05/09/2019 – Un ruolo alla dirigenza

Un ruolo alla dirigenza

di Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp
Da alcuni anni si sollecita una riforma della dirigenza pubblica che migliori la produttività dei dirigenti. Tuttavia essa dipende da vari fattori. Stanti le gravi carenze strumentali e di organico, è necessario adottare politiche adatte a motivare chi dirige nelle p.a., favorendo formule organizzative più efficienti, definite dalla contrattazione.
L’obiettivo è quello di superare la cultura basata sull’adempimento normativo e sul controllo formale degli atti.
Per fare questo occorre agire su alcune leve fondamentali. La prima riguarda gli incarichi. La durata deve essere parametrata a obiettivi chiari e valutazioni oggettive. Il funzionamento dei servizi è collegato all’equilibrio fra rotazione e stabilità degli incarichi: senza conoscenze ed esperienza, si impiegano anni per capire il funzionamento delle amministrazioni, con inevitabili rallentamenti e disfunzioni. Gli incarichi ai dirigenti, inoltre, devono essere attribuiti a seguito di procedure che premino il merito. L’assegnazione di incarichi indipendentemente dalla competenza, mette in discussione il principio di separazione fra politica e amministrazione, oltre che comportare, talvolta, la paralisi amministrativa. In secondo luogo, va avviata una riflessione sull’opportunità che nel reclutamento si contemperi la duplice esigenza di disporre di competenze altamente specializzate, con quella di non disperdere l’esperienza del personale non dirigente, in possesso di competenze e titoli per transitare verso le aree della dirigenza, tramite procedure dedicate. Infine, la conoscenza della macchina amministrativa e l’esperienza dei dirigenti costituisce una risorsa utile per pianificare gli obiettivi delle p.a. Per questo occorrono relazioni sindacali partecipative in grado di coinvolgere i dirigenti nel processo che va dall’assegnazione dell’incarico, all’organizzazione degli uffici, alla definizione degli obiettivi e degli indicatori per la valutazione dei risultati. Dobbiamo lasciarci alle spalle lo spirito del dl 150/2009 e restituire ai dirigenti capacità decisionale, al fine di sviluppare un’identità comune al servizio del Paese.

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