Comune di San Salvo (Chieti), troppe criticità e anomalie nell’affidamento del servizio di canile

Criticità e anomalie nella procedura di gara del Comune abruzzese di San Salvo, in provincia di Chieti, per l’affidamento della gestione del rifugio canile comunale di Contrada Prato.
E’ quanto ha appurato l’Autorità Nazionale Anticorruzione con delibera n.154 del 26 marzo 2024. Il servizio è stato affidato dal Comune abruzzese con determina n. 86 /2312 del 19 dicembre 2023.

La fase di programmazione degli acquisti risulta caratterizzata da apprezzabili profili di anomalia e criticità, in quanto non è stata effettuata alcuna valutazione in merito al mutamento dei fabbisogni che avrebbe indotto l’amministrazione comunale a passare dalla gestione del canile tramite una concessione alla gestione tramite un appalto di servizi. La decisione di affidare per otto anni un appalto di servizi da svolgersi presso una struttura non più adatta alle esigenze di cura e custodia degli animali, relativamente alla quale vi era un interesse indifferibile al rinnovamento ed alla riqualificazione, depone per una carente valutazione dell’interesse pubblico sotteso all’indizione della gara e per una scarsa considerazione degli aspetti qualitativi del servizio richiesto, con possibile compromissione del principio del risultato stabilito dal nuovo Codice degli Appalti.

Il Comune di San Salvo non ha provveduto a redigere il progetto a base di gara, o documentazione comunque idonea, in violazione dell’articolo del nuovo Codice Appalti. I documenti di gara ed i chiarimenti forniti dal Comune nel corso dell’istruttoria non hanno consentito di individuare i criteri di determinazione del valore dell’affidamento, non risultando che il prezzo a base d’asta di 1,86 euro per cane al giorno sia congruo, proporzionato e idoneo a garantire la corretta esecuzione di tutte le obbligazioni previste dal contratto di appalto, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. 

La sottostima del prezzo a base d’asta può aver comportato effetti distorsivi della concorrenza tra gli operatori economici nel mercato di riferimento, in violazione del principio di accesso al mercato, declinato nei principi di concorrenza, imparzialità, non discriminazione, nonché del principio del risultato.

 
 
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