16.03.2015 Tutti contrari all’abolizione dei Segretari comunali: ma il Governo se ne è accorto?

Nel recente seminario svolto a Torino dal titolo “Il segretario comunale e provinciale: linee di riforma” il Sen. Pagliari, relatore al DDL di riorganizzazione della PA (AS 1577), dopo aver confermato la posizione del Governo in merito alla volontà di abolire la figura del Segretario comunale, ha espressamente affermato “di non aver ascoltato opposizioni di merito sulla delega che sarebbero utili. Le prospettive che avete sono prospettive di battaglia contro abolizione“. 

Dicendo di non aver ascoltato opposizioni di merito in ordine alla proposta di abolizione dei Segretari comunali, il caro Sen. Pagliari ha affermato due inesattezze. 

Prima: è impossibile fare opposizioni di merito ad una proposta assunta a dispetto di tutti senza scrivere una sola parola negli atti parlamentari tesa a spiegarne le ragioni. Se sapessimo le ragioni della scelta potremmo controdedurre. Invece no. La proposta è stata presentata nel DDL di riorganizzazione nonostante la stessa, che figurava tra i 44 punti della riforma della PA presentati dal premier Renzi e sottoposti a consultazione pubblica, abbia riportato un secco NO

Seconda: il non aver ascoltato opposizioni di merito appare affermazione errata difficilmente giustificabile per il relatore al DDL di riorganizzazione della PA. Proviamo a ricordare tutti insieme.

Contrarietà rispetto all’ipotizzata abolizione dei Segretari comunali è stata espressa da numerosi consigli regionali che hanno approvato mozioni in tal senso. Le mozioni sono state approvate da parte dei Consigli delle Regioni PiemonteToscanaMarcheLombardiaPugliaLiguriaCampaniaBasilicataed Abruzzo. La stessa Conferenza delle Regioni in data 16 ottobre 2014 ha approvato un documento riguardante il Disegno di legge recante riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche proponendo l’istituzione di un Albo unico dei dirigenti con sezione dei Segretari comunali e provinciali.

Sulla formulazione originaria dell’art. 10 anche il Servizio bilancio del Senato ha espresso forti dubbi.

Il Presidente dell’ANAC Cantone ha sin dall’inizio espresso forti perplessità in merito alla proposta di abolizione dei Segretari comunali, perplessità che lo stesso Presidente ha manifestato direttamente al Presidente del Consiglio Renzi. Di recente Cantone si è schierato contro l’abolizione dei segretari comunali, evidenziando come la presenza del Segretario comunale garantisca nei comuni del sud ai Sindaci anche di resistere a “certe pressioni”. L’abolizione di questa figura renderà più deboli i Sindaci nel tentare di resistere a pressioni indebiteMembri dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) si sono espressi rimarcando l’importanza della figura dei Segretari comunali come garanti della legalità e dell’imparzialità dell’Amministrazione, nonché come responsabili della prevenzione della corruzione in moltissime amministrazioni locali. Il Presidente Cantone ha inoltre invitato i Sindaci a far sentire la loro voce contraria all’abolizione.

In realtà voci contrarie si erano già sollevate anche nel mondo delle autonomie, mentre altre se ne sono aggiunte di recente. L’Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani (ANPCI) ha espresso un secco ed appassionato no alla proposta di abolizione nel corso dell’audizione svolta in Commissione Affari costituzionali del Senato, depositando un documento in tale direzioneL’ANCI nella propria audizione ha espresso la necessità che sia prevista una figura apicale unica per tutti i Comuni, le Unioni, le Province, le Città metropolitane. Del Gaudio (comitato direttivo Anci) ha sottolineato come senza figure apicali i Sindaci saranno soli e forti perplessità sono state espresse dal Sindaco di Mondragone e Consigliere nazionale dell’Anci Giovanni Schiappa. L’ANCI Puglia, con un documento a firma del Presidente, Sen. Luigi Perrone, ha espresso dissenso rispetto alla proposta di abolizione della figura del Segretario comunale. Stessa posizione era stata in precedenza espressa da ANCI SiciliaANCI Lazio ed ANCI Campania.

Il Dr. Carmine Scarato, Procuratore Regionale presso la Sezione giurisdizionale Veneto della Corte dei Conti, nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 ha espressamente affermato “l’avvicendamento dei Segretari comunali con i direttori generali, ove avvenisse in concreto, andrebbe in contrasto con il principio improntato alla trasparenza della divisione di competenze tra un corpo amministrativo professionale ed imparziale e l’area dell’indirizzo politico e controllo riservata agli amministratori. Una simile soluzione si potrebbe, dunque, rivelare potenzialmente lesiva dell’interesse della collettività ad avere un’amministrazione imparziale, efficiente e rispettosa della legalità“. Il Procuratore Regionale della Campania, Dr.Tommaso Cottonenella propria relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 ha espressamente affermato: “ci siamo avvalsi, apprezzandola, dell’attenta azione di presidio alla legalità dei Segretari comunali“.

Esponenti del mondo accademico si sono dichiarati fortemente contrari e preoccupati dalla proposta contenuta nel DDL. Ad esempio, il Prof. Saittanel corso delle audizioni, ha espressamente invitato la Commissione a rivalutare con attenzione la decisione dell’abolizione della figura del Segretario comunale, “norma sorprendente e della quale dall’articolato e dalla relazione non se ne capisce l’utilità. La figura del Segretario comunale risponde ad un’idea dell’Amministrazione che ha due vertici uno di indirizzo politico ed uno strutturale. I Segretari comunali rappresentano un corpo di funzionari pubblici spesso di altissima competenza professionale che nei comuni piccoli, medi, ma anche grandi, rappresentano un riferimento di competenze prezioso. Inoltre, lo sviluppo della carriera dei Segretari comunali fa si che gli stessi ricoprono l’incarico in diverse amministrazioni e questo costituisce anche un dialogo fruttuoso di arricchimento per le strutture amministrative degli enti locali. D’altra parte la dirigenza degli enti locali, soprattutto quella assunta a tempo determinato, non è il più delle volte dotata della necessaria esperienza“. Anche Vittorio Italia ha auspicato un rafforzamento della posizione giuridica del SegretarioCarlo Mochi Sismondi si è augurato che non vi siano improvvide corse sul tema delicato dell’abolizione dei Segretari comunali. Molti, poi, sono stati gli esponenti del mondo accademico che hanno aderito al manifesto promosso dall’Associazione Vighenzi.

Dal punto di vista politico molti esponenti della maggioranza, a cominciare dal Ministro dell’Interno Alfano e dal capogruppo del NCD Di Girolamo, hanno presso una chiara posizione contro la proposta di abolizione, così come Dore Misuraca, deputato del Nuovo Centrodestra e Responsabile Nazionale degli Enti locali. Anche numerosi ed autorevoli esponenti del PD hanno sottoscritto emendamenti contro l’abolizione del Segretario comunale. Il Movimento 5 stelle ha presentato alla Camera dei Deputati una proposta di legge, a firma dell’On. Federica Dieni, per valorizzare la figura del Segretario comunale. Nando Dalla Chiesa ha segnalato il rischio che la riforma Madia elimini le sentinelle della legalità. Il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera On. Francesco Paolo Sisto ha espresso la propria ferma contrarietà all’ipotesi di abolizione dei Segretari comunali “sono per legge responsabili dell’anticorruzione e della trasparenza. Eliminare questa figura, come il governo intende fare, significa cancellare il fulcro dell’attività amministrativa degli enti locali, oltre che il presidio capillare della legalità“. 

 

Lasciate per ultime, per evitare che questo memorandum possa sembrare una difesa corporativa, le forti critiche delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei Segretari, a cominciare dall’Unione Nazionale Segretari comunali e provinciali, nel corso dell’audizione in Commissione, per passare alla CO.DIR.P. (Confederazione Dirigenti Pubblici).

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