13.03.2015 – Per l’anticorruzione 270 adempimenti e pochi risultati concreti

13Mar 2015

Per l’anticorruzione 270 adempimenti e pochi risultati concreti

di Pasquale Monea e Marco Mordenti

La difesa della legalità rappresenta un asse portante del cambiamento, ma nell’ordinamento ci sono ancora alcune gravi incertezze che non ci consentono di raggiungere livelli accettabili di credibilità. L’anticorruzione è diventata un’autentica emergenza per l’opinione pubblica, eppure il disegno di legge in materia affronta una navigazione parlamentare accidentata, e il nostro Paese continua a occupare la 69° posizione nella classifica mondiale della corruzione percepita (ultimo posto in Europa), mentre il 50% delle imprese italiane ritiene che la corruzione sia un ostacolo serio per le loro attività, contro il 22% delle imprese tedesche e il 4% di quelle danesi. Il tema dell’anti-corruzione non è dunque estraneo a quello della crescita dei territori

Le scadenze per i Comuni 

A fronte di un’emergenza del genere, i Comuni sono investiti ogni anno da oltre 270 adempimenti in materia di trasparenza, previsti dal Dlgs 33/2013 e da altre norme, a cui non sempre corrispondono risultati adeguati in termini di trasparenza effettiva. Sarebbe preferibile, in quest’ottica, sostituire una parte consistente degli obblighi formali con alcuni principi fondamentali posti a presidio di una legalità effettiva. Servono invece poche regole – chiare e semplici. La trasparenza effettiva non è data dal numero dei documenti messi in rete, ma dalla leggibilità delle informazioni, dei bilanci e così via.

I rimedi possibili 

Bisogna quindi agire su un duplice piano: 

• rafforzamento dei controlli sostanziali; 

• semplificazione dei controlli formali. 

Si tratta di due facce della stessa medaglia. La proliferazione degli adempimenti formali non favorisce l’adozione di comportamenti etici virtuosi; in particolare, le scadenze previste dal Dlgs 33/2013 drenano energie e impediscono un utilizzo più proficuo del personale a disposizione (che ad esempio potrebbe sviluppare gli open data con riferimento ai servizi di maggior interesse per i cittadini e le imprese…). Una bella notizia sotto questo profilo è contenuta nel documento dell’Anac trasmesso alla Funzione pubblica nel marzo del 2014, in cui si segnala l’assenza di una soglia minima per la pubblicazione obbligatoria degli affidamenti di lavori, beni e servizi (articolo 1, comma 32, legge 190/2012). Se non che il percorso di semplificazione degli adempimenti non è stato ancora ultimato. D’altra parte permangono nell’ordinamento alcune gravi lacune sostanziali, ad esempio in materia di prescrizione dei reati, che dovrebbero essere prontamente colmate dal legislatore. Ma anche sotto questo profilo le risposte tardano ad arrivare. È auspicabile, in ultima analisi, un pronto recupero in termini di semplificazione formale e di legalità sostanziale. In questo modo, è possibile contemperare il principio di legalità con le esigenze di semplificazione e di efficienza. Nella convinzione che la cultura etica – grazie anche a internet e alle nuove tecnologie – possa favorire questo obiettivo, più delle migliaia di norme di dettaglio che da troppo tempo imperversano nel nostro Paese.

 

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