11.03.2015 – Parte (senza sanzioni) il nuovo «censimento unico» delle partecipate

Parte (senza sanzioni) il nuovo «censimento unico» delle partecipate

di Gianni Trovati

·  Il decreto di Economia e ministero della Pa

L’ennesimo censimento delle società partecipate dalle Pubbliche amministrazioni è pronto a partire. Ad avviare i motori è il decreto di Economia e ministero della Pa, pubblicato ieri in «Gazzetta Ufficiale», che attua le regole per l’«unificazione delle banche dati delle società partecipate» scritte nel decreto Madia dell’anno scorso (Dl 90/2014).

I dati 

Ogni anno, secondo quanto stabilisce il nuovo provvedimento, tutte le Pubbliche amministrazioni e gli enti compresi nell’elenco Istat dovranno trasmettere al Tesoro i dati su settore di attività, risultati di bilancio, attività svolte, oneri sul bilancio dell’ente partecipante, amministratori e stipendi. Queste informazioni dovranno riguardare tutte le realtà, siano esse società oppure enti di diritto pubblico o privato, partecipate in via diretta o indiretta, e anche quelle in cui le Pa «nominano propri rappresentanti anche senza detenere quote di partecipazioni». La trasmissione, si diceva, avrà cadenza annuale, e sfrutterà il canale telematico già avviato dal Tesoro nel 2010. Il censimento chiesto dalla nuova regola, infatti, è tutt’altro che inedito.

I precedenti 

Sullo stesso canale telematico viaggiano da ormai cinque anni le informazioni chieste dalla Finanziaria per il 2010 (articolo 2, comma 222 della legge 191/2009), e applicate con un decreto dell’Economia del 2010 che ha chiesto a tutte le Pubbliche amministrazioni una serie di informazioni sulle proprie partecipazioni. Da lì arrivano i dati contenuti per esempio nell’ultimo rapporto sul tema, datato luglio 2014, in cui il Tesoro ha calcolato 8.146 società o enti in un incrocio di 36.125 partecipazioni dirette o indirette. Il dato, utilizzato anche in uno dei pochi dossier-Cottarelli finora resi pubblicidal Governo, è però parecchio parziale, dal momento che al monitoraggio avevano risposto tutte le agenzie fiscali, gli enti di previdenza, le università, le Regioni, le Province e i grandi Comuni, ma un ministero su tre era rimasto in silenzio e lo stesso aveva fatto la metà dei Comuni. Un problema identico era stato incontrato negli anni scorsi dalla procedura Consoc, con cui la Funzione pubblica aveva indagato su amministratori e compensi delle partecipate. Il nuovo censimento ha l’obiettivo ambizioso di unificare in un solo database le richieste di informazioni che in questi anni sono state sparse in diverse norme; ancora una volta, però, mancano scadenze precise e sanzioni, e l’esperienza mostra che la «segnalazione alla Corte dei conti» per gli enti inadempienti non è uno stimolo sufficiente a far uscire molti dal silenzio.

 

 

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