08/08/2015 – la morte del funzionario bastardo

la morte del funzionario bastardo

 

Il segretario comunale era morto da molti anni ma tutti facevano finta che fosse vivo.

La figura del segretario comunale appartiene all’iconografia dell’Italia che fu. Quella che venne fotografata da Alfredo Ferruzza nei primi anni ’60 del secolo scorso. Era un’Italia ancora rurale, con le istituzioni che vivevano di un rispetto, coltivato sin dalla scuola. Era, quando scriveva Ferruzza, l’Italia del “Sorpasso” il film che fotografò un Paese che si stava sviluppando ad alta velocità ma, come metaforicamente rappresentava la pellicola di Risi, non capace di padroneggiare l’ebrezza della velocità stessa.

Il segretario comunale era parte dell’elite dei paesi. Vi arrivava da fuori, dalla città, e normalmente lì si stabiliva per anni. Le convenzioni praticamente non esistevano ed ogni comune aveva il suo segretario, che non occupava quindi solo un ufficio nel palazzo municipale ma prendeva soprattutto un posto nella Comunità; insieme al Sindaco, al medico condotto, al farmacista, al parroco ed al comandante della stazione dei carabinieri (brigadiere o, più spesso, maresciallo).

In quella Italia dall’amministrazione ancora calligrafica il segretario aveva un suo ruolo ed un suo radicamento istituzionale e sociale.

Ho ricordi remoti ma nitidi degli ultimi scorci di quel mondo che ho avuto la fortuna di vedere. I consigli comunali come fossero una perfetta recita teatrale. Il pubblico rigorosamente in piedi ed a capo scoperto (come prevedevano i vecchi testi unici), i diversi ruoli nitidamente scolpiti e soprattutto il senso di rispetto reciproco.

Era un rito solenne già vedere i maggiorenti del paese entrare con discrezione nella sala consiliare, ben prima che la seduta si avviasse ed entrando si toglievano ossequiosamente il cappello come solo in chiesa si faceva. E poi il silenzio rispettoso che tutti osservavano. E se, per caso, si levava qualche brusio bastava un’occhiata severa del maresciallo a ripristinare il clima liturgico.

Il segretario, un signore serio ed elegante, enunciava con fare forbito. Emanava autorevolezza spontanea. Forse allora (1978) imparai ad amare questo lavoro. Era un drammatico inganno; un errore di prospettiva che ero incapace di cogliere in quel momento. Quel mondo era già morto e lì celebrava solo i suoi ultimi riti.  

Quel mondo non c’è più da decenni.  Il segretario, per inerzia è sopravvissuto, cercando disperatamente di riciclarsi.

E’ cambiata radicalmente l’antropologia e la dinamica della società. A quel signore elegante e compito sono subentrati, poco alla volta, ragazzi impazienti di scalare la carriera o semplicemente di trasferirsi presso casa e, poi, presso altre amministrazioni.

Il Comune non era più la casa del segretario ma un albergo ad ore in cui si consumavano riti frettolosi e senza passione.

Si muore nell’immaginario collettivo prima che nelle norme.

Dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, spazzati via i vecchi testi unici del primo ‘900, il segretario ha perso ruolo istituzionale e sociale. C’è stato, come spesso capita prima della morte, un effimero “conato” con il parere di legittimità ex art. 53 della L. 142/90. Una follia che però la categoria accettò supina e che interpretò in maniera spesso acritica ed insensata.

Fu appunto un conato premortale… un sobbalzo irriflesso. Poi, dal 1997, una agonia indecorosa nel corso della quale ai segretari sono stati somministrati medicamenti fasulli mentre al capezzale del malato si sono affollati tanti ciarlatani.

Quel signore elegante e compito è definitivamente sparito sostituito da sedicenti manager editio minor, forti solo della “propaganda” imbonitrice, somministrata a dosi massicce nei vari corsi di formazione.

Serviva un modello radicalmente nuovo e non un semplice restyling di facciata e di pose. Serviva distinguere il frumento dal loglio. Occorreva separare il grano dalla pula. Serviva coraggio per proporre, nel contesto di una amministrazione che cambiava, un caposaldo che sapesse offrire seriamente servizi professionali di elevata qualità.

Invece ci si è ridotti e limitati a riproporre l’idea di un funzionario “bastardo”, disposto a fare tutto pur di vivere.

Era una situazione insostenibile alla lunga. La natura (anche quella sociale) non tollera gli ibridi.

Ed alla lunga quel “bastardo” è stato abolito.

 

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