07/02/2020 – Contabilità, tributi, personale: raffica di novità per gli enti

Contabilità, tributi, personale: raffica di novità per gli enti
di Matteo Barbero
Contabilità, tributi e personale. Sono questi i tre ambiti in cui spaziano i principali emendamenti al decreto milleproroghe presentati alla camera e indirizzati sulla corsia preferenziale riservata a governo e relatori. Nel passaggio a Montecitorio, si è riaffacciato anche il tentativo (già naufragato in passato) di accentrare in capo alle sezione autonomie la funzione consultiva della Corte dei conti. Ma andiamo per ordine. Per quanto concerne i bilanci, due emendamenti puntano a inserire altrettanti puntelli a fronte delle scosse di assestamento provocate dalla sentenza n. 4/2019 della Corte costituzionale e della disapplicazione del metodo semplificato di calcolo del fondo crediti dubbia esigibilità a rendiconto. Per ammortizzare i buchi che emergeranno nel consuntivo 2019 di molte amministrazioni, viene consentito di spalmarli su 15 anni, mentre a regime la contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità viene equiparata a quella già in essere per le regioni con la previsione della copertura delle rate annuali mediante le quote accantonate. In materia di tributi, spicca il rimedio al pasticcio innescato dalla legge di bilancio, che in vista della istituzione, a decorrere dal 2021, della c.d. local tax, ha abrogato tutta la disciplina vigente in materia di Tosap, Cosap e pubblicità ecc., senza specificare che essa rimane comunque in vigore fino al prossimo 31 dicembre. Nessun ripensamento, invece, sul divieto immediato di incremento delle tariffe, che non pare avere nessun senso e che rischia di aprire pericolosi buchi nei conti di molti enti. Per quanto concerne il personale, viene parzialmente rivista la nuova disciplina delle assunzioni previste dall’emanando dpcm attuativo dell’art. 33, comma 2, dl 34/2019: nello specifico, si prevede che gli enti che si collocano nella fascia intermedia fra i virtuosi e i non virtuosi abbiano come tetto non più la spesa come certificata dall’ultimo rendiconto, bensì il relativo valore rapportato alla media delle entrate correnti, al fine di consentire, a fronte di un incremento delle seconde, anche una corrispondente espansione della prima. Nel pacchetto di emendamenti dei relatori trova spazio anche una modifica che estende il supporto del Formez a sostegno dei comuni in difficoltà nell’applicazione pratica delle riforme, oltre che a favore dei mini-enti, anche ai municipi in dissesto finanziario o che abbiano deliberato la procedura di riequilibrio pluriennale per il sostegno alla gestione finanziaria e contabile. Prevista anche una corsia preferenziale in materia di assunzione di personale a favore degli enti con ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato o con piano di riequilibrio pluriennale approvato, che potranno reclutare prioritariamente personale di livello apicale negli uffici preposti alla gestione finanziaria e contabile. Infine, come detto, il legislatore prova a porre un freno al proliferare di indirizzi interpretativi (spesso) divergenti fra le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, assegnando in via esclusiva la funzione consultiva alla Sezione delle autonomie. Obiettivo: garantire «indirizzi interpretativi univoci da parte delle amministrazioni regionali e locali in materia di contabilità pubblica».

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