un intervento su FB del collega angelo capalbo

 

 

Angelo Capalbo

 

Mai, come in questo momento, i segretari comunali vivono con angoscia e trepiditazione ore delicate e drammatiche per il loro futuro. 

Si da il caso che il Governo abbia proposto una legge che tra le altre misure, a sostegno della riforma della pubblica amministrazione, prevede l’abolizione della figura dei segretari comunali e provinciali.

Ma come, si presenta una riforma che anziché migliorare o innovare, demolisce e cancella?

Una pubblica amministrazione che intende investire non può fare a meno del capitale umano altamente qualificato, che in questi anni è stato selezionato e formato secondo severe procedure. Non si intende avallare una contrapposizione al ricambio generazionale. Esso è praticato soprattutto tra i segretari comunali, che sviluppano la loro carriera per fasce professionali e classi di comuni.

Ma quella abrogativa è da considerarsi una misura estrema.

Cosa significa abrogare?

La parola “abrogare” proviene dal latino “abrogàre” da AB partic. indicante allontanamento, cessazione e ROGÀRE, ciò che è stato rogato. Nell’antica Roma si chiedere al popolo riunito nei comizi, di togliere una determinata legge. Anche oggi è stata lanciata una consultazione pubblica, con una lettera aperta ai dipendenti pubblici e ai cittadini sulle proposte di riforma della Pubblica Amministrazione. 

Nel report di Governo si riportano, a proposito dell’abrogazione della figura del segretario comunale, le seguenti considerazioni: ”Le reazioni pervenute sono di segno prevalentemente contrario, anche considerato che larga parte degli interventi sul punto sono derivati da una importante mobilitazione degli enti interessati. Nel segnalare il ruolo centrale di garanzia e direzione del segretario comunale, specialmente nei comuni di piccole dimensioni, molte proposte auspicano una riforma di tale figura, piuttosto che la sua abolizione, anche alla luce delle recenti competenze in materia di anticorruzione. Tra le proposte più articolate si segnala quella tesa a mantenere la figura negli enti di piccole dimensione, in particolare sotto i 25 mila abitanti. Giungono inoltre proposte dirette a svincolare la figura del Segretario comunale dalla nomina da parte del sindaco. I pareri favorevoli alla soppressione sono stati incentrati soprattutto sulla sovrapposizione delle figure del Segretario e del City manager. Alcune proposte mirano a “privatizzare” la figura (nomina di un professionista esterno) oppure crearne una nuova in sostituzione: l’ispettore contabile del comune, anche con funzioni di controllo e prevenzione”.

I Romani si rivolgevano al popolo per chiedere il responso su una legge da abrogare. Prendere maggiori consensi in occasione delle elezioni europee non significa che il popolo abbia voluto riformare la PA nel senso indicato dal Governo.

Perché abrogare una figura professionale, anziché riformarla?

Non costituisce sicuramente una novità che una professione viene trasformata, riformata, assegnata da un ente ad un altro. Come il caso delle professioni sanitarie del medico – chirurgo condotto e della levatrice condotta, che erano residenti nel comune e da esso stipendiati, con l’obbligo della cura gratuita dei poveri. I nostri nonni, i nostri genitori ricorderanno, l’opera prestata dalla levatrice, chiamata nel vulgo la “vammana”, che assisteva le donne nel parto. Tuttavia queste figure professionali non sono state abrogate, ma trasformate e, la loro disciplina è stata trasferita dallo Stato (Ministero dell’Iterno) alle Regioni, affidandone l’attività alle aziende ospedaliere.

Che fine faranno i segretari comunali?

I segretari sono inseriti in un apposito Albo che, secondo le intenzioni del Governo, verrà soppresso e si procederà all’inserimento, degli attuati iscritti, in un’apposita sezione a esaurimento in un ruolo che si andrà istituire e nel quale confluiranno tutti i dirigenti degli enti locali.

Se si costituisce una sezione ad esaurimento in cui verranno iscritti i segretari comunali, occorre anche prevedere forme di esodo e prepensionamento, come avviene per i giornalisti dipendenti da aziende che hanno presentato piani di ristrutturazione o riorganizzazione. In questo caso è lo stesso Stato a presentare il piano di ristrutturazione e autorizzare il prepensionamento, nel rispetto degli equilibri della spesa pubblica, che diminuisce non ricorrendo la necessità dell’indizione di altri corsi concorsi per nuovi segretari comunali.

Perché nel ruolo dei dirigenti degli enti locali e non dei dirigenti dello Stato?

Il D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, ha disposto, con l’art. 7, comma 31-ter, la soprressione dell’Agenzia autonoma per la gestione dell’albo dei segretari comunali e provinciali e tutti i richiami alla soppressa Agenzia sono da intendere riferiti al Ministero dell’interno.

Ed infatti, se così è, con maggiore coerenza, la naturale collocazione doveva essere tra i dirigenti dello Stato. Maggiori potevano essere le aspettative con l’inserimento nel ruolo statale.

Nonostante la grande professionalità dimostrata sul campo se ne vogliono sbarazzare. Recitava una vecchia canzone: “Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai”.

 

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