rappresentanti della Vighenzi hanno incontrato il senatore Stefano Candiani della leganord

POST DEL COLLEGA Alberto Bignone, SULLA BACHECA News del Gaudens

 

Ieri sera io, la collega Barilla e Tomaselli, abbiamo partecipato come Associazione Vighenzi, ad un incontro organizzato dalla collega Pinto con il Senatore Stefano Candiani, Lega Nord, insieme ad altri colleghi e Sindaci della Provincia di Varese. Alla riunione era presente anche Ricciardi. Questi ha sostenuto la linea che sposa sostanzialmente la creazione dell’albo dei dirigenti apicali in tutti i comuni, con funzioni squisitamente “direzionali” e l’apertura dell’albo ad altre figure “qualificate” per i comuni più grandi, ipotizzando che la soglia possa essere i 15.000 abitanti. Il tutto verrebbe attenuato dalla selezione a cura di una commissione “tecnica” che valuti l’attitudine alla copertura del posto e proponga al Sindaco o al Presidente della Provincia una rosa di nomi tra cui scegliere. Ricciardi ha anche affermato che le funzioni di tutela della legalità ed anticorruzione costituiscono un orpello privo di significato, a cui la categoria dovrebbe sottrarsi. Il senatore Candiani ha manifestato la sua determinazione a proporre la conservazione della figura dei segretari comunali, evidenziando la necessità di fondare questa posizione sull’individuazione di funzioni gestionali precise che “formalizzino” in sostanza il ruolo determinante della figura dei segretari comunali all’interno delle autonomie locali. Concorda che l’idea dell’abrogazione sia una sciocchezza ma ha anche detto che in un epoca di populismo assoluto, cavalcato da Renzi, è indispensabile dare concretezza al ruolo e motivare perché sia necessario conservare i segretari comunali in tutti gli enti locali, grandi e piccoli. Il senatore ha anche osservato che, fermo restando la necessità dei segretari comunali anche nei piccoli e piccolissimi comuni, è indispensabile fissare nuove soglie demografiche per le fasce professionali, al fine di contemperare la presenza del segretario con i vincoli finanziari che oggi gli enti hanno. Da parte dell’associazione Vighenzi, ho rammentato che il primo motivo per conservare la figura, nasce dalla circostanza che tutti gli enti, grandi e piccoli, attingono ad una figura professionale che è selezionata attraverso corsi concorsi nazionali, che consente agli enti di minori dimensioni di acquisire professionalità altamente qualificate, ed ai comuni maggiori di avere professionisti che conoscono come dirigere l’ente, i suoi vincoli e meccanismi di funzionamento, proprio grazie alla gavetta svolta ed alla formazione continua. La collega Barilla, segretario generale di Brescia, ha smentito la sostituibilità della figura negli enti di maggiori dimensioni sulla base della sua esperienza personale che la vede si condividere il ruolo di vertice con un direttore generale, ma che le consente di marcare il ruolo gestionale, di coordinamento, garanzia della legalità rispetto al primo, proprio grazie alla conoscenza interdisciplinare dei meccanismi di funzionamento dell’ente, che mancano al direttore. Nei comuni maggiori, capoluoghi di Provincia ed enti >100.000/50.000 abitanti, lo sdoppiamento della figura avviene sopratutto per motivi “politici” a cui è possibile anche aprire. Sia io sia la collega Barilla abbiamo poi sottolineato che la funzione di “direzione” non può essere scissa da quella di tutela della legalità ed anticorruzione. L’abbassamento delle garanzie di corretta gestione degli enti dopo la Bassanini, ci insegnano che queste funzioni appaiono oggi ancora più importanti. A conclusione dell’incontro ho avuto modo di interloquire privatamente con il Senatore Candiani circa i motivi della nostra contrarietà alla figura del “dirigente apicale”. Il senatore Candiani ha convenuto con noi sul pericolo che l’attribuzione della denominazione “dirigente apicale” potrebbe aprire la strada alla sostituzione degli iscritti all’albo ex segretari comunali e provinciali, con figure dirigenziali con l’art.110 del tuel. A conclusione dell’incontro il senatore ci ha raccomandato di far pervenire un nostro contributo per emendare ed integrare la legge delega, precisando che essendo stato sindaco per 10 anni, conosce bene la categoria e si adopererà per sostenerci e lavorare contro l’abrogazione. Il Senatore ha anche detto che i contributi per emendare il DDL saranno bene accetti anche con riguardo ad altri aspetti della riforma.

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