29/03/2022 – PNRR, verso la Gigabit society

Italia Domani cambia l’Italia. Con il bando “Italia 5G” si completa la gamma di interventi per assicurare la connettività superveloce in ogni area del Paese. Oltre 6,7 miliardi per una società connessa.

 

Con 6,71 miliardi di euro impegnati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia si appresta a diventare un territorio interamente servito da connessioni digitali superveloci, colmando il digital divide che ancora penalizza il territorio italiano, in particolare le aree più interne e periferiche. Sono 5 le misure che permetteranno connessioni internet diffuse e ad alta capacità. 

L’obiettivo dell’investimento è quello di garantire entro il 2026 una connettività a 1 Gigabit al secondo per circa 7 milioni di indirizzi (numeri civici) in tutta Italia e la copertura 5G nelle aree a fallimento di mercato. Riguardo alla copertura 5G, verranno forniti incentivi per la realizzazione di rilegamenti in fibra ottica di siti radiomobili esistenti e per la costruzione di nuove infrastrutture di rete mobili. 

Le indicazioni ricevute dall’Europa richiedono ai Paesi membri di permettere che, entro il 2030, tutte le famiglie dell’Ue possano beneficiare di una connettività ultraveloce e che le zone abitate siano coperte dalle reti 5G. Il Governo italiano ha anticipato questi esiti al 2026 adottando, tramite il Comitato interministeriale per la transizione digitale, la “Strategia italiana per la banda ultralarga – Verso la Gigabit Society”, nota anche come Strategia BUL.

La spinta offerta dal PNRR, pertanto, accelera gli investimenti sia verso le infrastrutture sia verso le competenze digitali, promuovendo la domanda di servizi di connettività a banda ultralarga, stimolando la capacità di spesa di famiglie e imprese con strumenti che incentivano l’effettiva adesione degli utenti a tali servizi.

Bandi e scadenze

Il primo bando promosso dal Dipartimento per la transizione digitale si chiama “Italia a 1 Giga”. Promette di aumentare la capacità di trasmissione in download a 1 Gigabit al secondo e di almeno 200 Megabit in upload. Il bando resterà aperto fino al 31 marzo 2022 ed è finanziato con una dotazione di oltre 3,6 miliardi di euro per portare internet veloce a circa 7 milioni di indirizzi civici.

Ne avevamo parlato qui.

Il secondo intervento riguarda invece le isole minori. Anche in questo caso, la finalità è quella di raggiungere le aree insulari di Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna attraverso la progettazione, la fornitura e la posa in opera dei cavi sottomarini necessari a portare la fibra ottica. Chi si aggiudica il lavoro, però, dovrà anche impegnarsi per la relativa manutenzione dell’opera. In questo caso, la gara si è conclusa il 18 marzo 2022  e si procede, entro il 30 giugno 2022, ai contratti di appalto con durata fino al 2028. 

La terza e la quarta misura riguardano la connettività di scuole e ospedali pubblici: sono stati individuati, rispettivamente, oltre 10.000 edifici scolastici e circa 12.300 strutture pubbliche sanitarie, suddivisi in 8 aree geografiche.

Con “Scuole connesse” la fibra arriverà negli edifici scolastici e saranno garantiti anche i servizi di gestione, manutenzione e assistenza tecnica. Il tutto va realizzato entro il 30 giugno 2026 e assicurato per almeno i sei anni successivi alla posa in opera. 

Con l’avviso “Strutture sanitarie connesse”, si fornisce connettività a banda larga ad almeno 1 Gigabit/s alle strutture sanitarie pubbliche, dagli ambulatori fino agli ospedali. Il bando vale oltre 380 milioni di euro.

Entrambi i bandi sono aperti fino all’11 aprile 2022. Per partecipare alle gare, gestite sulla base della convenzione stipulata dal Dipartimento per la trasformazione digitale con Invitalia e Infratel Italia, è necessario accedere e registrarsi alla piattaforma telematica disponibile all’indirizzo web: https://ingate.invitalia.it 

Infine, lo scorso 21 marzo 2022 si è aperto il quinto degli interventi previsti: “Italia 5G”, il piano che intende favorire la diffusione delle connessioni 5G a partire dalle strade extraurbane, i corridoi europei di mobilità (ten-t) e le aree a fallimento di mercato. Per quest’ultime, gli interventi interessano le aree in cui non sono state realizzate reti mobili, oppure sono disponibili soltanto reti 3G e non sono previste reti mobili 4G e/o 5G nel prossimo futuro.Il termine per presentare le offerte è il 27 aprile 2022. Anche in questo caso gli operatori possono candidarsi sulla piattaforma web: https://ingate.invitalia.it, sia in forma individuale sia associata. 

Perché “Italia 5G”?

Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale guidato da Vittorio Colao ha aperto due bandi distinti per un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro per la diffusione del 5G, che costituisce la tecnologia in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno di connettività mobile e di servizi mobili innovativi dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. 

Guida autonoma, veicoli intelligenti, robotica, sicurezza, remote monitoring e remote operations sono soltanto alcuni dei campi di cui la connettività veloce è requisito prestazionale minimo in termini di velocità di picco e di latenza. 

L’espansione del 5G promette di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile sia mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) sia attraverso la densificazione delle infrastrutture di rete. 

Il primo dei due bandi aperti a marzo 2022 punta a ottimizzare la fibra ottica in più di 10.000 siti radiomobili esistenti; il secondo è indirizzato a crearne di nuovi in oltre 2.000 aree del Paese. Il finanziamento pubblico previsto arriverà a coprire fino al 90% del costo complessivo delle opere.

Come ha spiegato il Ministro Colao in audizione alla Camera dei Deputati lo scorso 16 marzo: “Qui l’obiettivo è di stimolare lo sviluppo delle reti laddove il mercato altrimenti non andrebbe. Abbiamo deciso incentivi sostanziali per finanziare il rilegamento in fibra di siti e l’investimento per densificare aree che, al 2026, non sarebbero altrimenti coperte. Per essere efficaci – ha aggiunto – occorrerà prevedere anche un sostegno della domanda, non solo all’offerta, per l’adozione di questi servizi da parte dei cittadini e delle cittadine, in modo tale che questa connettività non resti mera infrastruttura, ma sia effettivamente fruita dalle persone”.

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