28/08/2019 – Allarme dei Comuni montani: la legge sullo scuolabus gratuito è bloccata, faremo da soli

Allarme dei Comuni montani: la legge sullo scuolabus gratuito è bloccata, faremo da soli

di Eugenio Bruno
 
Al coro di voci proveniente dal mondo della scuola, che chiede di “scongelare” il decreto precari approvato salvo intese dal Consiglio dei ministri del 6 agosto scorso e bloccato dalla crisi di governo, si uniscono le comunità montane. Quel provvedimento, infatti, offriva ai Comuni la possibilità di cofinanziare o coprire interamente la cifra per il servizio scuolabus. Una possibilità – sottolinea un comunicato dell’Unione nazionale Comuni comunità enti montani (Uncem) – che oggi «secondo la legge del 2017, ribadita in più sentenze della Corte dei Conti, non c’è. E tutti i Comuni che lo hanno fatto e che lo faranno, in base alla norma vigente, sono perseguibili».
Il pessimismo dell’Uncem

La nota prosegue ricordando che, per rendere operative le nuove norme – che consentirebbero ai Comuni in equilibrio finanziario di farsi carico totalmente del servizio di scuolabus – il decreto che le contiene andrebbe pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prima dell’inizio dell’anno scolastico. E cioè entro il 1° settembre. Ragion per cui – spiega il presidente dell’Uncem, Marco Bussone, «le modifiche richieste da Uncem e dai Sindaci, annunciate da molti parlamentari, non ci saranno».

Le contromisure allo studio 

È lo stesso Bussone a raccontare cosa faranno i Comuni: «Di certo non interromperanno il servizio di scuolabus e continueranno a finanziarlo nella misura che ritengono più opportuna. Andranno contro la legge vigente per buonsenso. Per garantire opportunità e diritti». Anche perché – aggiunge – «il diritto alla scuola nei piccoli Comuni montani è tale solo se gli studenti possono raggiungere con lo scuolabus i plessi». Aspettando – è il suo auspicio conclusivo – che «il Parlamento approvi una nuova legge che modifichi la precedente, con lo stesso buonsenso che abita negli uffici dei Sindaci e nelle sale consiliari dei piccoli Comuni».

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