27/08/2016 – il commento del collega Vito Bonanno sulle parole di Ricciardi

Vito Antonio Bonanno 

Le prime parole di UNSCP, dopo mesi di silenzio, non possono non indurre alcune valutazioni. Atteso il prudente ed istituzionale linguaggio che UNSCP è’ solita adoperare, leggere che il testo della bozza circolata “non appare affatto soddisfacente” è una conferma dell’impressione che la maggior parte di noi segretari comunali abbiamo avuto, e cioè che si tratti di una porcheria che, sotto lo slogan della riforma della dirigenza tutta, in realtà liquida la storia di una sola categoria professionale e rende “precario” ed incerto il futuro lavorativo di tutti noi. Non è’ mai troppo tardi per alzare i toni, come preannuncia ( finalmente!) di voler fare UNSCP, chiamando tutti i colleghi a dare fiducia ad una (finalmente!) azione forte, decisa e rinnovata. Ma siamo sicuri che ci sarà ” spazio a modifiche integrazioni e rivisitazioni”? Sia chiaro, non propongo certo io di starcene fermi mentre ci sparano addosso, ma consentitemi di dire che non è questo il momento di “credere in noi stessi, nella nostra capacità di esserci e di saper determinare il nostro futuro”. La nostra capacità andava messa in campo in modo forte, deciso e determinato all’indomani dell’approvazione del disegno di legge che sfociò nella legge delega della scorsa estate: vincendo o perdendo andava difesa la nostra professionalità, e bisognava proporre un modello organizzativo che non ci mortificasse e, in subordine, una onorevole e adeguata via d’uscita. L’approccio di realismo non sarà stato debolezza o sudditanza, ma è stato sbagliato. Un percorso NUOVO, basato su determinazione e chiarezza, sebbene sia tardi, può e DEVE essere iniziato. Io raccolgo l’invito di UNSCP a non accettare supinamente errori e mancanze di questo decreto. Ma occorre riconoscere senza giri di parole gli errori fatti fin qui. Questo decreto è da respingere in blocco, non si tratta di correggere errori; non ci si può limitare a modifiche di singole parole: c’è da rifiutare un testo mortificante che ci demansiona e ci mette in condizione, a regime, di essere meri dirigenti soggetti al potere di coordinamento e direzione di coloro che fino ad oggi abbiamo invece coordinato!!! Questo testo è’ una sconfitta storica di chi ha portato avanti trattative più o meno formali!!

Per tutti, dico per tutti gli altri, sono previste finestre e tutele ( vedi sezioni speciali degli albi ovvero la re-introduzione di dirigenti di tipo generale); invece noi e la nostra storia, fatta di peculiari conoscenze e percorsi formativi, spariamo; e pur nel nuovo sistema della dirigenza non ci viene riconosciuta alcuna peculiarità. Se poi abbiamo a cuore i nostri comuni, che pur non essendo stati i datori di lavoro sono stati la nostra casa, non possiamo non denunciare i buchi della normativa proposta che porterà alla paralisi tutti gli enti locali. Buon lavoro, dunque, a tutti noi. E a presto rivederci!

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