25/09/2015 – Le sole risposte che ho

Le sole risposte che ho

 

A coloro che hanno da ridire sul mio punto di vista, offro queste risposte.

Sarà sbagliata ma io ho questa immagine di quanto sta accadendo: siamo a bordo di un natante che ormai imbarca acqua da numerose falle e che mentre si cerca disperatamente di turarne una se ne aprono o se ne riaprono due o più. Da quella imbarcazione ci si deve mettere in salvo. Si illude chi pensa di fermare l’acqua che entra con le proprie mani.

Continuo a ritenere che il sistema così come è diventato sia un tritacarne nel quale i segretari/dirigenti apicali sono destinati ad un ruolo ormai di vittime sacrificali sotto ogni punto di vista. Leggete (per tutte) Corte dei Conti 177/2015 della sezione Toscana per comprendere di quale infido ruolo ci viene assegnato.

Ormai le condizioni di lavoro in questi enti (specie nel centro sud) sono oltre il limite della sostenibilità, non solo finanziaria ma meramente esistenziali.

In questi giorni la Corte dei Conti, sezione autonomie, ha ulteriormente (forse definitivamente) stretto i bulloni in materia di spesa del personale (ved. del. 27/2015) e quindi di assunzioni. Ormai ogni procedimento diventa un esercizio di enigmistica astratta… parole incrociate senza schema e con definizioni sibilline che si sommano a rebus intricatissimi.

Ci attende la trappola mortale del pareggio di bilancio.

Nei prossimi giorni scatterà la rivoluzione del protocollo e dei flussi documentali. Ieri commentavo con un giovane collega, molto in gamba, che il protocollo era l’attività più semplice che si aveva in comune. Vi si assegnava, in genere, il più sfigato dei dipendenti in servizio, quello che sapeva leggere a sufficienza; sapeva annotare nel registro e mettere il bollo di arrivo. Un po’ come quando, da ragazzini, il più scarso veniva messo a fare il portiere…

Dal prossimo 13 ottobre cambia tutta la prospettiva ed al protocollo ed al susseguente flusso documentale dovrebbe essere assegnato uno scienziato esperto in utroque scientia (diritto ed informatica)…. Dove sta questa figura “mitologica”? Chi ne dispone? Da quale cilindro si tira fuori? Senza costi aggiuntivi?

Anziché correre tutti affannosamente, come formiche operaie decerebrate, a scopiazzare maldestramente lo schema di regolamento del comune X o somministrato in tutta fretta dalla casa editrice Z piuttosto che F, senza neppure verificare se esistono le condizioni minime per applicare quel che si fa approvare, perché non dire che non si possono continuare ad imporre riforme “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” senza aver prima formato una classe di funzionari all’altezza?

E’ chiedere troppo ad una categoria per pretende di essere la “dirigenza apicale” degli enti locali?

Per restare al caso del protocollo informatico e dei flussi documentali, chi di voi ha la bacchetta magica per trasformare nella notte tra il 12 ed il 13 ottobre 2015 il vecchio, incartapecorito impiegato, magari assunto ai sensi della L. 482/1968, in uno scattante funzionario padrone delle più aggiornate tecniche informatiche?

Credete che su questi temi una classe di dirigenti apicali non debba profferire verbo? Credete che le condanne della corte dei conti siano un dazio che va pagato; una sorta di “pizzo” che ormai dobbiamo allo Stato per lavorare?

Io continuo a dire che se questi temi non abbiamo il coraggio – vincendo l’ipocrisia intollerabile dei nostri sindacati e sindacalisti – di iniziare a parlare seriamente non ha senso alcun impegno.

La l. 124/15 non può essere la pietra tombale sotto cui nascondere tutti i problemi che invece continuano a generare mostri.

Serve una prospettiva “olistica”… il bricolage ci ha ucciso… Per risorgere o almeno per rianimarci e restituirci una sufficiente dignità serve altro.

 

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