24/10/2018 – Una metodologia “diversa” per la graduazione delle posizioni organizzative

UNA METODOLOGIA “DIVERSA” PER LA GRADUAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

Le disposizioni del nuovo CCNL (come già il precedente) prevedono (art. 13) l’istituzione dell’Area delle posizioni organizzative con riferimento alle posizioni di lavoro che richiedono, con assunzione diretta di elevata responsabilità di prodotto e di risultato

a) lo svolgimento di funzioni di direzione di unità organizzative di particolare complessità, caratterizzate da elevato grado di autonomiagestionale e organizzativa; 

b) lo svolgimento di attività con contenuti di alta professionalità, comprese quelle comportanti anche l’iscrizione ad albi professionali, richiedenti elevata competenza specialistica acquisita attraverso titoli formali di livello universitario del sistema educativo e di istruzione oppure attraverso consolidate e rilevanti esperienze lavorative in posizioni ad elevata qualificazione professionale o di responsabilità, risultanti dal curriculum. 

Inoltre, laddove gli enti siano privi di dirigenza, tali posizioni sono riconosciute “i responsabili delle strutture apicali, secondo l’ordinamento organizzativo dell’ente” (art. 17).

L’art. 15, comma 2 dello stesso CCNL, inoltre, prevede che la retribuzione di tali posizioni sia “graduata” (tra un minimo di € 5.000 e un massimo di € 16.000 annui lordi per tredici mensilità), sulla base di criteri predeterminati, che tengono conto della complessità nonché della rilevanza delle responsabilità amministrative e gestionali di ciascuna posizione organizzativa. Ai fini della graduazione delle suddette responsabilità, negli enti con dirigenza, acquistano rilievo anche l’ampiezza ed il contenuto delle eventuali funzioni delegate con attribuzione di poteri di firma di provvedimenti finali a rilevanza esterna, sulla base di quanto previsto dalle vigenti disposizioni di legge e di regolamento.

Da ciò discende l’esigenza di definire una metodologia che sia in grado di individuare le prospettive che possano esprimere sia la valorizzazione di ciascuna posizione, sia la differenziazione tra di esse.

i metodi comunemente diffusi si fondano sull’attribuzione, alla posizione, di punteggi che riguardano, nel complesso, tutti i fattori tipici della direzione, cioè quelli che ne giustificano l’istituzione, con il rischio di banalizzarne la valorizzazione, come: grado di autonomia, dimensione gestite, personale assegnato, rilevanza esterna, ecc.

E’ evidente, infatti che, nel complesso, ciascuna posizione riveste tutte queste caratteristiche e non è così agevole determinarne una reale graduazione, in senso oggettivo.

Tale limite è ancora più evidente qualora (come accade sovente) l’ente provveda a una riorganizzazione che richiede una diversa distribuzione delle funzioni. In questo caso, infatti, avendo “graduato” le posizioni nel loro insieme, non è agevole riuscire a valutare quanta parte della retribuzione di posizione debba migrare insieme a ciascuna funzione.

Per queste ragioni, la scelta metodologica proposta è quella della “graduazione” delle posizioni attraverso la “graduazione” delle funzioni che le compongono.

Si procede quindi alla individuazione delle funzioni principali e alla valorizzazione economica di ciascuna di essere, mediante l’utilizzo di parametri. Conseguentemente, il valore economico delle posizioni organizzative si ottiene dalla somma dei valori di ciascun funzione assegnata.

COME SI PROCEDE:

  •  digitando un “asterisco” (*) la funzione viene attribuita alla posizione

Allego il foglio excel che contiene al simulazione rappresentata nelle imagini

foglio valorizzato

foglio vuoto

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