20/12/2022 – PNRR e rischio criminalità, scatta il Piano Nazionale Anticorruzione di Anac

Le dichiarazioni del presidente Busia

”Ci sono tante risorse con i fondi Pnrr, e c’è il rischio che suscitino appetiti della criminalità. Dobbiamo non solo evitarlo, ma anche cogliere la sfida del Pnrr come strumento per cambiare la Pubblica Amministrazione, per creare cultura della Buona Amministrazione”.

E’ quanto ha detto il presidente dell’AnacGiuseppe Busia, stamane 14 dicembre al Teatro Quirino di Roma, della VIII edizione della Giornata del Responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, dove è intervenuto anche  il ministro per la Pubblica amministrazionePaolo Zangrillo.

“La prevenzione della corruzione è essenziale – ha ribadito Busia -, la repressione non basta. Avere regole chiare e certe significa far progredire il Paese, non creare intralci alla crescita e allo sviluppo. Il Codice degli appalti è, per questo, elemento essenziale del Pnrr, ma occorre coniugare semplificazione con trasparenza e controllabilità”. “Non è detto che la brevità necessariamente aiuti e velocizzi – ha avvertito Busia -. Quando si lavora con strumenti normativi così complessi non è con l’accetta ma col bisturi che si ottengono risultati. Speriamo che alla fine prevalga questo spirito nel percorso legislativo che porterà al nuovo codice. Noi puntiamo molto sulla digitalizzazione delle gare, dall’inizio alla fine, e la Banca dati nazionale dei contratti pubblici di Anac, che l’Europa ci

ha chiesto di potenziare, è la chiave di volta”. 

Intervenendo sul Piano nazionale anticorruzione, approvato da Anac e che avrà validità per il triennio 2023-2025, Busia ha sottolineato che “la prevenzione della corruzione ha bisogno di individuare ambiti dove maggiore è il rischio, altrimenti si rischia uno spreco dì energie. Selezione vuol dire individuare in ciascuna organizzazione le priorità e concentrare la propria azione su quelle. Questo richiede leadership e coraggio”.

Le dichiarazioni del ministro Zangrillo

Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto da Anac. “Il ruolo di Anac e i piani di prevenzione nella lotta alla corruzione sono fondamentali, anche in vista della piena realizzazione del Pnrr. Il Piano anti-corruzione 2022, insieme alle misure previste dal nostro ordinamento, come i piani triennali di prevenzione, saranno gli strumenti che noi dovremo necessariamente utilizzare per cercare di arrivare al traguardo del 2026 sul Piano nazionale di ripresa e resilienza “. 

“In Italia – ha continuato il ministro – abbiamo migliorato di dieci posizioni il nostro ranking, ma rimane comunque una diffusa percezione che il fenomeno corruttivo sia ancora estremamente elevato. Lo certifica l’Eurobarometro 2022 che mostra come l’89% degli intervistati ritiene che la corruzione in Italia sia ancora diffusa rispetto a una media europea del 68 per cento. Il 32 per cento delle persone intervistate ritiene che il fenomeno corruttivo abbia degli effetti su loro stessi rispetto alla media Ue del 24 per cento”.

“Nel quinquennio 2017-2021 – ha continuato il ministro – gli illeciti accertati contro la spesa pubblica valgono 34 miliardi di euro per un totale di 115 mila soggetti che sono stati denunciati. Quindi i costi diretti e indiretti della corruzione sono costi altissimi per la collettività non solo dal punto di vista economico ma anche sociale perché minano in modo drammatico la percezione dei cittadini e degli investitori, allargano il divario di fiducia e credibilità che i cittadini hanno verso lo Stato e le istituzioni e questo produce un grande ostacolo per lo sviluppo del Paese. Penso ai tribunali al collasso, alla perdita di investimenti stranieri, all’ambiente vituperato, alla realizzazione di opere pubbliche che diventano percorsi infiniti.

Una indagine di Bankitalia fatta subito prima della pandemia, mette in evidenza che la durata media in Italia per realizzare un’opera del valore fino a 300 mila euro è di quattro anni e 10 mesi, quasi cinque anni, e passa dai cinque agli undici anni per le opere dal valore superiore ai 5 milioni di euro. E il dato rilevante è che il 40 per cento” per la realizzazione delle opere pubbliche “è dedicato ai passaggi burocratici. Allora se io penso alle sfide che abbiamo di fronte e la sfida più importante per lo sviluppo del nostro Paese si chiama Pnrr, certamente allora dobbiamo porci il problema di non rimanere ostaggio di questa incertezza burocratica, di queste complicazioni e complessità che derivano dai fenomeni corruttivi”.

Il Piano Nazionale Anticorruzione

Il Piano Nazionale Anticorruzione approvato da Anac, valido per il triennio 2023-2025, è finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, puntando però nello stesso tempo a semplificare e velocizzazione le procedure amministrative.

Tra le novità previste, va segnalato un rafforzamento dell’antiriciclaggio, impegnando i responsabili della prevenzione della corruzione a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta in cui potessero incorrere all’interno della pubblica amministrazione, e delle stazioni appaltanti. E’ stato evidenziato nel Piano, infatti, il legame tra battaglia antiriciclaggio e lotta anticorruzione.

Altro aspetto significativo del nuovo Piano è la necessità di identificare il titolare effettivo delle società che concorrono ad appalti pubblici. Quindi, le stazioni appaltanti sono chiamate a controllare “chi sta dietro” a partecipazioni sospette in appalti e forniture pubbliche. “Da tempo Anac ha chiesto al Parlamento di introdurre l’obbligo della dichiarazione del titolare effettivo delle società che partecipano alle gare per gli appalti”, dichiara il Presidente dell’Anticorruzione Giuseppe Busia. “Va espressamente indicato l’utilizzo della Banca dati Anac come strumento per raccogliere e tenere aggiornato, a carico degli operatori economici, il dato sui titolari effettivi. In tal modo le Pubbliche amministrazioni possano conoscere chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l’appalto, evitando così corruzione e riciclaggio”.

Per quanto riguarda la disciplina del pantouflage, le cosiddette “porte scorrevoli” per cui il titolare di un incarico pubblico passa senza soluzione di continuità al privato in favore del quale ha emanato provvedimenti, Anac ha deciso di predisporre delle apposite Linee Guida sulle quali si sta già lavorando, che aiutino le pubbliche amministrazioni ad applicare con più fermezza e definizione il divieto stabilito dalla legge.

Un’importante novità del nuovo Piano è quella riguardante i Comuni più piccoli. Le amministrazioni con meno di 50 dipendenti non sono tenute a predisporre il piano anticorruzione ogni anno, ma ogni tre anni. Per tali Comuni vengono ridotti anche gli oneri di monitoraggio sull’attuazione delle misure del piano, concentrandosi solo dove il rischio è maggiore.

Per quanto riguarda la trasparenza dei contratti pubblici, Anac ha rivisto le modalità di pubblicazione. Non dovranno più avvenire sui siti delle amministrazioni in ordine temporale di emanazione degli atti, ma ordinando le pubblicazioni per appalto, in modo che l’utente e il cittadino possano conoscere l’evolversi di un contratto pubblico, con allegati tutti gli atti di riferimento.

 

Documentazione

Di seguito le slide dei relatori.

Giornata RPCT 14/12/2022

-Chiara Mangione-

Ministero della Salute.pdf

 

Giornata RPCT 14/12/2022

-Ilaria Verdoliva-

Centrale di committenza

RUO beni culturali.pdf

 

 

Giornata RPCT 14/12/2022

-Paola Caporossi-

Fondazione etica.pptx

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto