19/10/2019 – La condotta spudorata del dipendente assenteista esclude il criterio di non punibilità

La condotta spudorata del dipendente assenteista esclude il criterio di non punibilità
 18/10/2019
Continuare comportamenti illeciti in maniera subdola ed arrogante all’interno del luogo di lavoro sono i principali indici che escludono la non punibilità dovuta alla tenuità del fatto. È stata la Corte di Cassazione Penale a sostenere ciò, attraverso la sentenza n.42579 di ieri.
Il fatto era collegato ad una vicenda di assenteisimo della PA, dovuta ai cosiddetti “furbetti del cartellino”. Infatti, un rappresentante sindacale di un’azienda ospedaliera salernitana ha dichiarato la presenza di un “diffuso e ben collaudato sistema di assenteismo dal lavoro con il coinvolgimento, a vario titolo, di un cospicuo numero di dipendenti, tra medici e ausiliari”.
L’indagine che ne è scaturita deriva da un particolare comportamento di una infermiera la quale per cinque giorni consecutivi si occupava di timbrare il cartellino e poi correva a dedicarsi delle mansioni familiari, dalla spesa alla romantica passeggiata con il compagno nella bella costiera di Salerno. Tra le altre cose, tale comportamento era già stato scoperto dalla Guardia di Finanza tramite accertamento.
La donna in prima istanza ha subito la condanna per truffa aggravata, ma ha preferito rivolgersi in Cassazione sostenendo che tale pena fosse illogica, in quanto mancante di motivazioni. I Magistrati della Suprema Corte hanno però rigettato il ricorso della donna, motivando la correttezza delle decisioni prese dalla precedente Corte, in quanto il comportamento della dipendente era troppo grave da poter rientrare nella cosiddetta tenuità.
I Giudici hanno inoltre precisato che le modalità subdole e arroganti con cui la dipendente agiva escludono di fatto la non punibilità prevista nell’art.131-bis del Codice Penale.
Gli stessi hanno inoltre precisato che la donna nonostante i controlli della Guardia di Finanza abbia continuato con un comportamento sfrontato, quasi ad indicare la sua intoccabilità, definendo tale approccio “una preoccupante abitudine comportamentale improntata al disprezzo delle regole e alla noncuranza delle conseguenze”.
Articolo di Luigi Franco

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