18/04/2019 – Statali, sì alla buonuscita a rate – Per chi si ritira dal lavoro prima del limite d’età

Consulta sul Tfs del pubblico impiego. Partita aperta sulle pensioni di anzianità e vecchiaia 

Statali, sì alla buonuscita a rate

Per chi si ritira dal lavoro prima del limite d’età

di Francesco Cerisano

Legittimo il pagamento differito della buonuscita degli statali che vanno in pensione prima del limite massimo d’età. Nella camera di consiglio di ieri, la Corte costituzionale ha ritenuto non irragionevole il regime restrittivo introdotto dal legislatore (articolo 3 comma 2 del dl 79/1997 e articolo 12 comma 7 del dl 78/2010) che prevede la liquidazione del Trattamento di fine servizio (Tfs) nel termine di 24 mesi e il pagamento in rate annuali. A trasmettere gli atti alla Consulta è stato il Tribunale di Roma (con ordinanza n. 136/2018) che, chiamato a giudicare il ricorso contro l’Inps di una lavoratrice in pensione per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale con riferimento agli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 36 (diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro). La Consulta ha dichiarato infondate le censure del tribunale capitolino ma, come detto, con esclusivo riferimento all’ipotesi di cui al giudizio a quo, ossia il pagamento differito del Tfs a seguito di prepensionamento. Di conseguenza, la decisione di ieri dei giudici delle leggi non scrive la parola fine sulla controversa querelle del Tfs degli statali, perché non è stata affrontata in giudizio la questione del pagamento differito (rateazione in 12 mesi) dell’indennità di fine servizio a seguito di pensionamento per anzianità o vecchiaia.

Per Massimo Battaglia, segretario generale del sindacato Confsal-Unsa che ha presentato il ricorso al Tribunale di Roma, il rigetto della questione di costituzionalità da parte della Corte «non lascia soddisfatti», anche se, osserva, «dal comunicato dei giudici si evince che la Consulta poteva giudicare positivamente se fosse stato presentato il caso di un dipendente pubblico con pensione di anzianità». Di qui la decisione di presentare a breve un nuovo ricorso al giudice del lavoro di Roma. «Non siamo certo contenti dell’esito ma siamo comunque orgogliosi di aver posto un problema costituzionale che riguarda tutto il mondo pubblico», ha proseguito Battaglia.

Secondo la Confsal-Unsa, nei confronti dei dipendenti pubblici andati in pensione (o che si pensioneranno nel 2019) lo Stato sarebbe debitore di oltre 17 miliardi, destinati a diventare 24 mld nel 2020.

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