16.03.2015 La fine dei segretari comunali

 

firmeDopo i gravi errori della politica italiana dagli anni ’70 in poi (sciagurata istituzione delle Regioni in siffatta maniera e conseguente abolizione delle Giunte Provinciali Amministrative, riforma del Titolo V della Costituzione, legge elettorale “porcellum”, smisurati privilegi ai parlamentari e ad altri dirigenti pubblici) una delle ultime “malefatte” dei nostri politici nazionali, che sta passando in sordina anche da parte della stampa, e della quale l’opinione pubblica è del tutto disinformata, è la proposta dell’abolizione dei Segretario comunali e provinciali.

Tale proposta, prevista nel Disegno di Legge Delega per la riforma della P.A. presentato dal Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia e condivisa dal Premier Renzi, è stata esaminata e valutata negativamente oltre che da alcuni Consigli regionali e comunali anche dall’Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali.

A proposito di Amministratori comunali, che dovrebbero essere quelli maggiormente interessati, sorprende il silenzio sulla questione da parte della loro stragrande maggioranza . Difatti soltanto 160 Consigli comunali su 8.047 hanno inviato la loro protesta al Presidente del Consiglio, al Ministro per la Funzione Pubblica e ad altre importanti Istituzioni Pubbliche.

E’ curiosa anche la dislocazione dei Comuni che hanno intrapreso tale iniziativa: si va dai 60 in Lombardia a 1 della Toscana e dell’Umbria. Per la cronaca, in provincia di Varese soltanto 2 Comuni, Saronno e Ferno.

L’importanza dell’argomento in questione è bene evidenziata anche dal giornalista Nicola Colapinto nell’articolo “Riforma della Pubblica Amm.: Il Governo conferma l’abolizione dei segretari comunali” sul quotidiano online “PensioniOggi”.

Non si capisce quale possa essere il vantaggio per la P.A. e per i Cittadini l’abolizione dei Segretari comunali e provinciali. Si vuole abbattere l’ultimo baluardo del controllo della legalità nella gestione degli Enti Locali. Legalità che i Segretari assicuravano attraverso il controllo di legittimità su tutti gli atti dei Comuni e delle Province, falcidiata negli anni ’90 con la legge Bassanini. Sino ad allora i Segretari erano dirigenti nominati e diretti dal Ministero dell’Interno tramite i Prefetti, poi diventarono dirigenti delle Amministrazioni comunali e provinciali scelti direttamente dai Sindaci e dai Presidenti delle Province.

La giovane Ministra Marianna Madia, pur avendo un curriculum di tutto rispetto, comprendente titoli accademici e pubblicazioni relative a temi economici e politici, nonché un volume sui temi del lavoro, probabilmente non ha molta esperienza e conoscenza dei problemi relativi agli Enti Locali ed in particolare sulla opportunità di mantenere il controllo di legittimità sulle delibere degli stessi attraverso appunto i Segretari comunali (e provinciali). Anzi sarebbe bene rivedere la legge Bassanini e riportare, con eventuali correzioni, ai Segretari comunali e provinciali le precedenti competenze.

On. Ministra Madia, signori Presidenti di Province e Sindaci dei Comuni d’Italia, provate a chiedere a qualche Segretario di una certa età ed esperienza, anche tra quelli in pensione, un parere tecnico-professionale sulle competenze e sull’operato dei Segretari com. e prov. quale argine alla corruzione ed infiltrazioni mafiose (fenomeni che si sono moltiplicati dopo la modifica del loro status giuridico con la Legge Bassanini).

 

Martino Pirone

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto