10/09/2018 – la “gogna mediatica” e il ruolo dei “social”*

la “gogna mediatica” e il ruolo dei “social”*

Il sindaco di Bari, nonché presidente di ANCI, ha annunciato il successo di una sua iniziativa che consiste nella pubblicazione su Facebook e sulla propria pagina web di una rubrica denominata “lo schifoso del giorno”. Il titolo rivela una certa rabbia che non dovrebbe essere mai utilizzata da chi rappresenta le istituzioni e potrebbe indurre a una reazione di disinteresse. In verità, l’iniziativa esprime tutta l’impotenza di un amministratore locale nei confronti di un sistema nel quale l’asticella del “comportamento civile” si è notevolmente abbassata e il sistema dei controlli è sempre più formale e garantista, quindi, inefficace nella repressione dei comportamenti “incivili”.

C’è di più: se un amministratore locale, un primo cittadino, la persona più vicina alle altre istituzioni della città, ricorre a questo metodo, rivelando l’inefficacia degli strumenti di cui è dotata la costi civile, come la denuncia, il presidio, ecc. ciò che si ricava è un grave segnale di inadeguatezza dei nostri sistemi di controllo e repressione.

Certamente avvertiamo tutti le stesse sensazioni quando assistiamo a scene, ancora ricorrenti, in cui qualcuno scambia la strada per un grande posacenere (con enormi conseguenze ambientali) o tappezza i marciapiedi con le gomme americane o lascia che il cane esprima i propri bisogni, lasciando al “prossimo” il compito di scansarli, raccoglierli o centrarli o sopportarne la permanenza fino alla pulizia, a spese di tutti. Per non parlare di chi, non avendo rispetto per il territorio, non trova alcuna ragione per non abbandonare ciò che non gli serve più.

Certamente il tema dei “rifiuti” è un argomento molto complesso e chi scrive da diverso tempo ritiene che la soluzione definitiva sia quella di concentrare la differenziazione “a valle”, non “a monte” (fatta eccezione per la carta, olii, ecc) , come adesso: costerebbe molto di meno, consentirebbe una maggiore percentuale di riciclo ed eviterebbe la impossibile pretesa che tutto venga raccolto in modo ordinato e preciso dai cittadini. Ma la questione merita più spazio.

Ciò che rivela l’iniziativa del sindaco di Bari è l’interessante combinazione tra la “inefficacia degli attuali sistemi di tutela” e un “nuovo ruolo dei social network”.

Sappiamo tutti che i “social” sono un contenitore indifferenziato che, come una piazza, è attraversato da tutti, senza distinzione. Ma anche le piazze si tengono in ordine. E al loro interno di distinguono i luoghi dove potersi intrattenere da quelli da evitare.

Ebbene, è giunto il momento che i “social network” siano intesi ance come luogo di “confronto civile” o persino di “denuncia sociale”. Perché ciò accada è necessario ciò che viene chiamato come “netiquette”, cioè delle regole di civiltà e buon senso. Potrebbe essere una buona occasione per invitare la gente ad aprirsi e non lasciare sempre il campo ai rissosi, per mettere a tema le questioni “reali”, nel modo “corretto”, anche attraverso il dialogo con l’amministrazione.

E poi, nessuno me ne voglia, quindici minuti di gogna, quella vera, al centro della piazza della città, non farebbe male, per tutti quelli che, dopo avere commesso fatti gravi e socialmente rilevanti, girano indisturbati e magari fanno politica. Pensate se, chi ha sottratto ingiustamente somme alla collettività, dovesse scontare la pena di rimanere, anche per soli 15 minuti, immobile in piazza. C’è da sperare che possa essere un vero deterrente, anche per quella gente “senza vergogna”.

… nel frattempo, possiamo accontentarci di evidenziare, con toni civili e pacati, ciò che accade, postandolo su Facebook, ma avendo cura di non ledere il “diritto alla riservatezza”… perchè, per chi delinque c’è sempre uno strumento di tutela.

(*) articolo pubblicato su www.pomezianews.it

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