Un modello “oggettivo” per la valutazione “qualitativa” delle performance individuali dei dipendenti pubblici
diMichelangelo Nigro – Dirigente Area Economico Finanziaria del Comune di Trani
Il tema della valorizzazione delle risorse umane continua ad essere al centro dell’attenzione; è sicuramente importante, ma non ancora sufficiente, il risultato raggiunto con l’approvazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) sottoscritto il 21 maggio 2018 che, al netto del tanto atteso riconoscimento degli incrementi contrattuali, ha introdotto numerose novità, che però hanno già aperto vari fronti interpretativi delle diverse Sezioni regionali della Corte dei conti. Il contributo proposto vuole offrire uno spunto di riflessione su come poter “misurare” la soddisfazione dei dipendenti pubblici attraverso metodi oggettivi che producano un’integrazione stipendiale. Lo stesso art. 11, comma 2, del CCNL sopra richiamato così recita: “Le parti, tenuto conto del lungo periodo di sospensione della contrattazione collettiva nazionale, convengono sull’opportunità di prevedere un’approfondita fase istruttoria, che consenta di acquisire ed elaborare tutti gli elementi di conoscenza sull’attuale sistema di classificazione professionale, nonché di verificare le possibilità di una sua evoluzione e convergenza in linea con le finalità indicate al comma 1, nella prospettiva di pervenire ad un modello maggiormente idoneo a valorizzare le competenze professionali e ad assicurare una migliore gestione dei processi lavorativi”. Pur tenendo conto di quanto previsto dagli artt. 68 e 69 del nuovo CCNL, si può immaginare di integrare e applicare metodi quantitativi per misurare la qualità dell’apporto di ciascuno al raggiungimento degli obiettivi approvati con il Piano delle performance e in coerenza con le Linee del mandato politico amministrativo. E allora si potrebbe ripartire dai concetti di programmazione, gestione, rendicontazione e valutazione.
