08/05/2023 – Il ministro Fitto contesta la Corte dei Conti che certifica ritardi sul Pnrr: “Accertare se gli obiettivi sono raggiunti non spetta a loro”

Le difficoltà di avanzamento del Recovery plan scatenano uno scontro istituzionale tra governo e Corte dei Conti. Solo pochi giorni fa Raffaele Fittorivendicava (“una scelta di responsabilità”) la decisione di affidare al presidente di sezione Carlo Alberto Manfredi Selvaggi il coordinamento della nuova Struttura di missione Pnrr di Palazzo Chigi, con il compito di supportare il ministro e “svolgere le interlocuzioni con la Commissione europea”. Sabato però la lettura dei contenuti di due delibere del collegio del controllo concomitante – su stazioni di rifornimento a idrogeno e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici – gli è andata di traverso. Tanto da fargli decidere di inviare al Sole 24 Ore, che aveva dato risalto all’allarme per la quarta rata dei fondi europei lanciato dalla magistratura contabile nei documenti datati 3 maggio, una irrituale replica rivolta non tanto al giornale quanto all’istituzione da cui l’allarme era arrivato. Nella lettera, infatti, il titolare degli Affari europei e del Pnrr scrive che la Corte può sì “individuare “gravi irregolarità gestionali” e segnalarle all’amministrazione competente per la responsabilità dirigenziale”, ma tra le sue funzioni non c’è “l’accertamento del mancato conseguimento della milestone europea“, che “compete esclusivamente alla Commissione europea nell’interlocuzione con lo Stato membro”. Non manca una chiosa finale sul fatto che “il corretto rapporto tra le istituzionirappresenta uno dei punti fondamentali per l’attuazione del Piano”.

L’irritazione di Fitto nasce dai giudizi espressi dal collegio del controllo concomitante presieduto da Massimiliano Minerva, quello istituito proprio permonitorare la gestione dei fondi e rilevare eventuali irregolarità e che a fine marzo ha evidenziato forti ritardi nella spesa delle risorse arrivate dalla Ue. Ma, al netto degli aspetti formali, le due delibere di cui sabato ha scritto anche ilfattoquotidiano.it non fanno che mettere nero su bianco alcuni problemi ben notie in parte riconosciuti dal ministro stesso durante la sua informativa al Parlamento il 26 aprile. La Corte prende atto innanzitutto del “mancato conseguimento” della milestone che prevedeva entro il 31 marzo l’aggiudicazione dei lavori per almeno 40 stazioni di rifornimento stradale di idrogeno. Nessuna sorpresa visto che era stato lo stesso Fitto a spiegare in aula che il bando del ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini ha raccolto “un numero domande inferiore alla disponibilità finanziaria” per cui l’obiettivo di selezionare 40 progetti andava rivisto al ribasso concordando la modifica con la Ue.

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