08.02.2015 – La lettera di un collega

Sono un collega che fin dal 1997 non ha condiviso  quella riforma che molti di noi salutarono come la consacrazione definitiva della figura del Segretario Comunale, ma che ancora una volta dimenticava di farci sapere chi erano i nostri datori di lavoro.

Non prendiamoci per i fondelli prima l’Agenzia poi il Ministero servirono e servono solo a coprire tutti i misfatti che tanti colleghi, compreso il sottoscritto, hanno subito e subiscono quotidianamente nello svolgimento del nostro lavoro. Io allo stato non voglio piangere più sul latte versato, ma devo ancora una volta notare che la categoria non vuol prendere atto che le parole del relatore Sen Pagliari sono il de profundis per i segretari.

Quando si dice che non è in discussione un riordino della figura ma il cambiamento di una struttura, in cui non si vede l’utilità di un soggetto con le nostre peculiarità, si è  di fatto entrati in un momento in cui tutte le ragioni, presenti negli interventi dei nostri colleghi sono del tutto inutili. Lo schiaffo maggiore fatto alla categoria e quella frase emblematica ” si può opporsi oppure collaborare” per cui l’unica soluzione per noi rimane quella di chiedere il ricollocamento obbligatorio in altre strutture al fine di salvare almeno la faccia e l’avvenire delle nostre famiglie.

Credo di parlare non solo per me, vicino quasi alle pensione, ma anche per tanti colleghi più giovani, che lontani dalle stanze dei bottoni, lavorano costantemente nei piccoli comuni e cercano con dignità,  mantenendo ,per quello che risulta possibile, la schiena dritta di rendersi utili alle autonomie.

La guerra mi sembra persa o quasi, non facciamoci per l’ennesima volta prendere in giro combattiamo per una resa delle armi che ci riconosca la dignità di esseri lavoratori come gli altri, e non stacci che una volta spremuti possano essere mandati al macero, cerchiamo almeno di essere riciclati avendo coscienza delle acquisite alte professionalità presenti in ognuno di noi.

Sperando che questo mio sfogo possa portare ad un nuovo atteggiamento di chi di noi oggi dialoga con le istituzioni che contano,  nella convinzione che con la ragionevolezza e non con lo scontro totale si possano trovare nuove strade saluto tutti

Paolo Giovanni De Bonis

 

PS. Vorrei conoscere se possibile cosa pensano della mia posizione i colleghi che leggeranno il messaggio

 

 

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