07/09/2018 – Le città improbabili (2): Asinaria.

Le città improbabili (2): Asinaria.

Pubblicato da andreaferrarini su 6 settembre 2018

OMAGGIO A ITALO CALVINO di Massimo Di Rienzo e Andrea Ferrarini

Il post di oggi è uno omaggio alle Città Invisibili” di Italo Calvino. Ogni riferimento a fatti o Governi realmente accaduti è puramente casuale. In particolare, gli autori non intendono in alcun modo riferirsi alla “Letterina ai corrotti” scritta da Luigi Di Maio e tanto meno alla fornitura di pistole Taser agli agenti di P.S. decisa dal Viminale. Il post non ha intenti satirici, ma di prevenzione della corruzione. Tuttavia, satira politica e prevenzione della corruzione si occupano delle stesse persone: di coloro che detengono il potere pubblico e che decidono in nome di tutti gli altri. 

asinaria

Le città improbabili: ASINARIA.

kublaiCerte volte il Gran Khan chiude gli occhi e immagina tutte le città del suo impero. Ma poiché il suo impero è troppo grande e vario per stare nella mente di un uomo, allora immagina città che si assomigliano e che sono la rappresentazione del suo stato d’animo: città adirate, città attonite, città liete. Oggi però il Gran Khan non riesce a decifrare il suo stato d’animo e quindi chiede aiuto a Marco Polo: “Mi sento il peggiore imperatore di qualunque terra. La mia lingua non ricorda più i comandi da dare agli eserciti sul campo di battaglia, i miei occhi non sanno più discernere i doni dei sudditi devoti dai quelli dei sudditi infedeli e la mia testa è piena di empi pensieri. Nel mio impero ci sono città che corrispondono a questo mio stato d’animo? E se le hai viste durante i tuoi viaggi, ne ricordi il nome?

Marco_Polo_Mosaic_from_Palazzo_TursiMarco Polo chiude anche lui gli occhi e ripercorre, a ritroso, molti giorni e molti cammini. Ed ecco emergere dalla memoria molti nomi di città infelici: “Ho visto Rubéria, Mazzetta e Barattopoli. Città corrotte. E poi mi ricordo Porto Brigante, dove c’è una sola guardia che deve controllare tutti gli assassini e i contrabbandieri che scendono dalle imbarcazioni. E Cataclisma, città pensile costruita su ponti che crollano e non si sa perché. E poi Inerzia, Pigrizia Furbizia. Le tre città si scambiano i cittadini: appena uno vene esiliato per non avere fatto il proprio dovere, subito viene accolto dalle città vicine e assunto in qualche pubblico ufficio. Di altre città ricordo solo il nome: Castel Malaffare, Disonestia e Bustarella a Mare. Invece, ricordo bene cosa vidi a Immoralia, città senza bivi, dove tutte le strade corrono senza incontrarsi, ma finiscono tutte in una fetida palude, nascosta al centro della città”. 

kublaiKublai Khan ora è molto preoccupato: “Se è vero quello che dici, la corruzione ha aggredito il mio Impero e consuma, come acqua salmastra, le fondamenta dello Stato. Ma questa situazione presto finirà. Oggi infatti, con il contributo dei miei consiglieri, ho emanato l’Editto Spazza Corrotti  che praticamente non lascia alcuno scampo a chi corrompe e a chi viene corrotto. Prima dell’approvazione di questo Editto, il corrotto, ad esempio, poteva contare sul fatto che chi veniva a proporgli una mazzetta per truffare un concorso o un appalto fosse senza dubbio alcuno un corruttore certificato e che nessuno poteva scovarli. Con lo Spazza Corrotti non sarà più così. Mentre si accordano sulla tangente ci potrebbe essere un infiltrato della Polizia Imperiale proprio al loro fianco, che è lì per arrestarli! I corrotti avranno il terrore di accettare quella tangente e quindi magari non lo faranno. Nel caso in cui, invece, qualcuno venisse beccato con le mani nella marmellata avrebbe un’altra bella sorpresa: potrà anche patteggiare, ma il DASPO a fuoco non glielo toglie nessuno. Marchiato a vita! È un modo, l’unico giusto, per proteggerci dai corrotti. Per proteggere il mio Impero e i mercanti onesti che da anni chiedevano questa misura e tutti i miei sudditi. Cari corrotti, questo è lo scenario che vi si prospetta davanti. Con l’Editto Spazza Corrotti corrompere non conviene più. Non sfidate la sorte, non sfidate il Grande Kublai Khan. Avete smesso di ammorbare l’Impero con i vostri loschi affari. Proporrò ai miei sudditi di mandare anche loro un messaggio ai corrotti italiani utilizzando l’hashtag #SpazzaCorrotti…  Sono fregati!”. Kublai smette di parlare e prende fiato.

Marco_Polo_Mosaic_from_Palazzo_TursiMarco Polo abbassa gli occhi e cerca le parole giuste per non farlo adirare: “Grande Khan, certamente il tuo Editto Spazza Corrotti risolverà il problema della corruzione in molte delle città che ho visto durante i miei viaggi. Ma non potrà debellare la corruzione che alberga nella città di Asinaria. Ad Asinariaalberga l’incompetenza. I dipendenti degli uffici pubblici non sanno fare il proprio lavoro. E sbagliano tutte le procedure. L’ignoranza dilaga. E sudditi di tutte le classi sociali se ne approfittano. E non sai più, avvolto nella nebbia dell’incompetenza, se un funzionario è realmente un asino, oppure se è tanto intelligente da commettere solo gli errori che favoriscono i suoi amici. E quando raglia, è solo per annunciare che ancora una volta è giunto il momento del baratto che trasforma, come una pietra filosofale, le decisioni pubbliche in monete d’oro” 

kublaiIl Gran Khan adesso è contrariato: “Nessuno, prima di te, mi ha mai parlato di Asinaria. Forse tu inventi il nome e la città, perché sei un gufo e un rosicone. Oppure perché sei anche tu un mercante che approfittato del malaffare e temi il nuovo che avanza!”

Marco_Polo_Mosaic_from_Palazzo_TursiMarco Polo, temendo piuttosto le carceri di  Kublai, subito chiarisce il suo pensiero: “Ho a lungo viaggiato e visto molte città. Ma in ognuna di esse mi sono fermato giusto il tempo di un mercato. Ho fatto buoni affari. Tuttavia, prima che potessi dedicarmi al malaffare, già c’era una carovana di cammelli all’orizzonte, che mi induceva a riprendere il mio viaggio verso altre città. Ed Asinaria, Grande Kublai, non è una città le cui case e i cui abitanti siano tutti raccolti in un solo luogo. Asinaria è una città dispersa qua e là in tutte le città del tuo Impero, simile a sabbia che il vento trasporta”

“Cosa vorresti dire?!” esclama il Gran Khan “Forse Asinaria è anche qui, nel mio Palazzo Imperiale?”

“Sì, Grande Kublai. Dimmi, Grande Kublai, tu conosci i taser?

kublai“Certamente! Sono gli archibugi elettrici di cui saranno dotate le Guardie Imperiali, per difendere meglio la sicurezza dei miei sudditi! Proprio ieri il mio Consigliere degli Affari Interni ha firmato il contratto con l’azienda che li produce. E tra pochi giorni saranno consegnati i primi 70 archibugi Taser!

Marco_Polo_Mosaic_from_Palazzo_Tursi“Ma c’è una cosa che non sai, Grande Kublai. Taser non è il nome dell’archibugio elettrico, ma il marchio della manifattura che per prima ha inventato e prodotto questo tipo di armi, trent’anni fa, a Venezia, città da cui io provengo. Ma oggi ci sono, anche dentro il tuo Impero, altri artigiani che producono archibugi elettrici migliori di quelli prodotti dalla Taser e a prezzi inferiori. Ma questo il tuo Consigliere degli Affari Interni non lo sa. Ed ha stipulato il contratto con la Taser, senza fare alcuna ricerca di mercato né gare. Milioni di Cash (*), regalati alla Taser e alla Repubblica di Venezia, con un grave danno alla concorrenza e agli artigiani del tuo Impero!”.

“Lo avrà fatto apposta?”

“Grande Kublai, né tu né io lo possiamo sapere. E forse saperlo non cambierebbe di molto le cose”.

kublaiOra il Gran Khan accende la sua pipa e torna a decifrare i suoi sentimenti. Amarezza. Grande Amarezza. E ricomincia a sognare nuove città … 

 

 

(*) Nel Milione Marco racconta che il Gran Khan faceva fabbricare grandi quantitativi di cartamoneta, ricavandola dalla scorza del gelso e vi faceva imprimere il suo sigillo. Quando la cartamoneta era logora veniva riportata al Gran Khan che la cambiava con un biglietto nuovo, percependo, però, una commissione del 3%. La prima banconota cinese che ci è pervenuta è il 1000 cash, emessa sotto la dinastia Ming nel periodo della Grande Guerra (1368-1398). 

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