07/05/2018 – E vai col tango, non sono ancora depositate le polveri della cazzata precedente che ne arriva subito un’altra

Intorno ai compensi dei componenti delle commissioni giudicatrici (decreto del MIT 12 febbraio 2018)

 

“Un altro tassello alla manìa dirigistica e accentratrice e un altro colpo all’autonomia e, già che ci siamo, anche al buonsenso. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 2018 è stato pubblicato il decreto di cui si tratta. In disparte la vulgata (ovviamente indimostrata) secondo la quale l’istituzione di un Albo dei commissari e di una scelta pressoché casuale degli stessi sia garanzia di “competenza” (sic!) e prevenzione della corruzione, mentre si risolverà in un altro baraccone burocratico come per tutti gli elenchi (dalle SOA, all’Albo dei gestori ambientali, all’elenco dei periti presso i tribunali, all’AVCpass e via discorrendo, fino agli Albi e Ordini professionali) fatto di inutili orpelli che si autoalimentano, utili perché esistono e non esistenti perché utili (come tante star del web famose per essere famose e per nessun altro motivo). In disparte anche la classificazione per materia, facile o quasi se si tratta di lavori, servizi tecnici o servizi usuali, ma di difficile inquadramento nell’attuale universo economico; ad esempio quando si tratterà di servizi di vigilanza sarà difficile attingere ad un elenco di aspiranti ladri o se si tratterà di depuratori attingere ad un elenco di “stercologi”. Ma veniamo al punto dei compensi.”

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