05.06.2015 – Segretari comunali e provinciali contro abolizione figura, rimettono incarico anticorruzione

Segretari comunali e provinciali contro abolizione figura, rimettono incarico anticorruzione

 

ANCHE I SEGRETARI COMUNALI ABRUZZESI ADERISCONO ALLA PROTESTA NAZIONALE E RIMETTONO LE NOMINE A RESPONSABILI DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Sono oltre seicento i segretari comunali e provinciali italiani, una quarantina quelli abruzzesi, che hanno aderito alla protesta in programma dal 2 giugno per contestare l’abolizione dei segretari provinciali e comunali, prevista dal Ddl di riforma della Pubblica Amministrazione, approvato dal Senato nelle scorse settimane ed attualmente in discussione alla Camera. Hanno scelto appositamente martedì, Festa della Repubblica, per rimettere simbolicamente nelle mani delle maggiori cariche dello Stato i decreti di nomina di Responsabili della prevenzione della corruzione, ruolo affidato loro dalla Legge 190/2012.

 

“Una funzione di tale importanza – spiegano i segretari – non può essere serenamente svolta da dipendenti pubblici oggi così gravemente delegittimati” dal Ddl di riforma della Pubblica Amministrazione. “Risulta pressoché impossibile sostenere con la necessaria autorevolezza – proseguono – il compito di “garanti della legalità” da sempre svolto dai segretari comunali e, in

particolare, quello di “responsabili anticorruzione” attribuito non a caso dal legislatore al segretario comunale”. Contro l’abolizione, che appare “meramente liquidatoria di un patrimonio di esperienza professionale lungo 150 anni”, si sono espressi già 11 Consigli regionali e numerose amministrazioni locali, che hanno approvato deliberazioni di dissenso inviando anche molte lettere alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La categoria assicura di essere ancora “pronta a dare il proprio contributo con professionalità e abnegazione nella cura dell’interesse della collettività, della Nazione e delle Autonomie locali” ma teme che, nello scenario dipinto dalla riforma, tali valori siano vanificati e le professionalità inspiegabilmente mortificate a danno delle comunità locali e dell’intero Paese. Rimettendo i decreti di nomina di Responsabili anticorruzione, i segretari che aderiscono alla protesta – e che si raccolgono intorno alle libere associazioni di categoria e ai gruppi VIGHENZI, LASEC,

 

Comitato Segretari Puglia, Movimento del 27 marzo, Associazione professionale dei segretari degli enti locali – chiedono che “si apra al più presto un confronto formale e istituzionale che affronti tutte le questioni relative al ruolo ed alle funzioni dei segretari comunali, nell’ottica di una valorizzazione di una figura al servizio dei cittadini per la tutela della legalità”. Ora attendono le risposte del Presidente della Repubblica, dei Presidenti di Camera e Senato, del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’Interno, del Presidente di ANAC e del Presidente della Corte dei Conti.

 

A Roma lo scorso 26 maggio centinaia di segretari comunali e provinciali hanno

manifestato a Montecitorio, per protestare contro la proposta di abolizione.

 

“Sentono gravemente minata la loro professionalita’ e la preparazione tecnica, e temono che vengano vanificati – con un incomprensibile e immotivato colpo di spugna – l’esperienza accumulata nel tempo e gli anni di servizio trascorsi negli enti locali”. Ha spiegato la Confsal Fenal

Lo sciopero non vuole essere una rivendicazione di “posizioni di favore o di privilegi” ma mirava a far passare il messaggio che “la riforma in itinere e’ dequalificante e mortificante per la categoria e

rischia di mettere a repentaglio il funzionamento delle organizzazioni comunali. Soprattutto negli enti di piccole e medie dimensioni – fa notare Confsal Fenal – il segretario svolge il ruolo di coordinamento, consulenza e di garante della legittimita’”. La richiesta lanciata in quella occasione al Governo e alle massime cariche dello Stato era di “istituire un tavolo tecnico ad hoc” per discutere della riforma che rischia di mettere “a repentaglio l’efficienza dei Comuni e il funzionamento degli apparati amministrativi”.

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