05/05/2023 – Intersezioni, coerenze, intrecci tra i diversi regolamenti comunali relativi ai rifiuti urbani: cenni

Com’è noto, i regolamenti comunali afferenti ai rifiuti, al servizio pubblico degli stessi e quindi anche alla tariffa che li finanzia, involgono diverse discipline (che vanno riguardate al di là degli «steccati» settoriali) e pure vari approcci e linguaggi non solamente giuridici, bensì opportunamente aperti ad altri aspetti, in particolare quelli organizzativi, comunicativi (interni ed esterni all’apparato comunale), economici, ecc.

. Risulta altresì opportuno, come dire… «dosare», proporzionare, intersezionare e strutturare, nelle oppor- tune «intensità» tutti questi elementi, orientandoli ai principali obiettivi che l’amministrazione titolare (sia essa l’Ente territoriale competente, d’ora in poi «ETC» o l’EGATO) individuerà ed indicherà, esplicitan- doli in atti strategici e fondamentali e/o di indirizzo, da attuarsi – appunto, anche – nella regolamentazione de quibus.

Secondo la mia modesta esperienza, maturata in più contesti e Regioni, è qui auspicabile un approccio trasversale pur se in una metodica unitaria, direi più esattamente, «tagliata su misura» alle esigenze degli enti concedenti, considerando la concretezza del contesto e delle dinamiche che si agitano nella specifica situazione in cui versa l’apparato comunale (anche nei suoi rapporti con i gestori) nell’auspicabile dialettica con la società civile.

La questione non va sottovalutata nella tendenza che sto riscontrando in varie realtà, dove a condurre per mano le amministrazioni – già provate dall’alluvione di incombenze e dalla scarsità di organico o dalla mancanza di specializzazione in materie complesse tra le quali rientra l’ambiente e sue connessioni con i servizi pubblici locali – sono spesso i gestori, talvolta, come dire… «a braccetto» (a tacer d’altro) con i consulenti di cui si avvalgono (paradossalmente stante gli effetti a vantaggio altrui) i Comuni o gli altri enti committenti quivi coinvolti 

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