05/05/2020 – cambiamento delle pubbliche amministrazioni

Associazione Nuova Etica Pubblica: il nostro impegno per il cambiamento
Inserito il 4 maggio 2020
Il documento ufficiale della nostra Associazione sui problemi strutturali e le conseguenti necessità di cambiamento delle pubbliche amministrazioni.
 
“La pandemia tuttora in corso fa da moltiplicatore di tutte le criticità di cui il nostro Paese soffre da decenni: debito pubblico, scarsa crescita, politiche pubbliche ondivaghe e generatrici di sprechi finanziari, lavoro e piccola imprenditorialità precari e malpagati, disagio sociale. Nella crisi e della crisi è parte integrante la prevalente inefficienza delle pubbliche amministrazioni, in termini di tempi e di qualità dei provvedimenti adottati per il servizio alla collettività nazionale. La “burocrazia” è antico problema ora riesploso per la cattiva attuazione dei provvedimenti sull’emergenza sanitaria ed economica. Ripartono le denunce sulla stampa e riparte la discussione sul che fare.
Ma stavolta bisognerà farlo davvero.

Sembrano opportune, al riguardo, alcune considerazioni preliminari.

La prima è che il termine “burocrazia” nel senso comune ha un significato ambivalente: da un lato sta per “eccesso di procedure” e dall’altro sta per “ceto dei funzionari professionali”. Questa ambiguità fa sì che, nel senso comune, l’eccesso di procedure – generato dall’eccesso di produzione legislativa – venga imputato al ceto dei funzionari, nel quadro generale di un sistema amministrativo che funziona male.

La seconda considerazione è che non c’è una sola amministrazione pubblica, così come non c’è una sola burocrazia. Ci sono molte amministrazioni e molte burocrazie, anche molto diverse tra loro quanto a senso della missione, rapporti con la politica, rapporti con gli stakeholders interni ed esterni, quadro normativo, prassi applicative.

La terza è che il tema delle riforme amministrative è stato all’ordine del giorno della politica nazionale per circa trent’anni. Sono state prodotte da governi diversi sette riforme, tutte sull’indirizzo del “più privato meno Stato”, fino alla presa d’atto del peggioramento generale del sistema amministrativo, non ostacolato o magari provocato proprio dalle “riforme”. Si è generata, così, una situazione di stallo, per cui dopo la “riforma Madia” per cinque anni non se ne è parlato più.”

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