03/09/2020 – Anci: urgono correttivi al decreto assunzioni. Upi: più risorse per la scuola

Anci: urgono correttivi al decreto assunzioni. Upi: più risorse per la scuola
 

Personale, Tari e scuola. Sono i tre nodi che gli enti locali chiedono al governo di sciogliere in vista del cammino parlamentare del decreto «Agosto» all’esame della commissione bilancio del Senato. Servono correttivi al dm 19 marzo 2020, quello che avrebbe dovuto sbloccare le assunzioni extra turnover nei comuni virtuosi e che invece rischia di essere impallinato dal crollo delle entrate causato dal Covid 19. Così come è urgente ricomprendere tra le perdite di gettito sofferte dagli enti anche quelle relative agli sconti decisi in autonomia dai comuni in assenza di agevolazioni nazionali. E’ il caso della Tari, ma anche dell’imposta sulla pubblicità, due tributi su cui i sindaci riconoscono la necessità di intervenire con agevolazioni locali a beneficio delle imprese più colpite dalla crisi ma temono l’impatto degli eventuali sconti sui bilanci.

Poi c’è il capitolo scuola con le province che chiedono più risorse in vista dall’avvio dell’anno scolastico. I 70 milioni previsti dal decreto per l’affitto di spazi per la didattica non sono sufficienti, visto che il fabbisogno rilevato attraverso l’avviso promosso dal ministero dell’istruzione è di almeno 300 milioni di euro. In audizione sul dl 104, Anci e Upi, pur apprezzando lo sforzo del governo che con il decreto Rilancio e il decreto Agosto ha garantito in totale 4,22 miliardi ai comuni e 950 milioni alle province, chiedono all’esecutivo uno sforzo ulteriore. Per guardare avanti e intercettare la mole di risorse per gli investimenti, anticipate al 2021 ma difficili da sfruttare senza personale adeguato.
Di qui la necessità di un intervento urgente sul fronte del ricambio del personale, visto che, come detto, il crollo delle entrate locali nel 2020 determinerà per tutti i comuni italiani un drastico peggioramento del rapporto tra spese di personale ed entrate correnti e in moltissimi casi il mancato raggiungimento delle soglie di sostenibilità finanziaria individuate dal dm 19 marzo, traducendosi nel blocco delle assunzioni per il 2021. Allo stesso modo, osserva l’Anci, l’imputazione tra le voci di spesa degli oneri per i rinnovi contrattuali (contrariamente alla normativa e prassi costanti degli ultimi anni) comprime ulteriormente le capacità assunzionali, nonostante si tratti di un onere finanziario che non dipende dalle scelte discrezionali delle singole amministrazioni.
Un altro punto critico in materia di personale riguarda la carenza di tecnici che, secondo l’Associazione dei comuni, «in molti casi ostacola e rallenta il processo di utilizzo delle risorse» per gli investimenti. Di qui la proposta di destinare una quota dei fondi (di massima il 2%) per l’acquisizione temporanea di personale in grado di sostenere lo svolgimento delle opere, dalla gestione amministrativa alla rendicontazione.
«Questa proposta permetterebbe di facilitare l’azione degli enti e di attivare giovani tecnici di diversa competenza che possono costituire un potenziale di nuove risorse professionali per la pubblica amministrazione locale», osserva l’Anci. E sempre restando sul personale, l’Anci chiede di introdurre norme per l’assunzione di personale scolastico, educativo ed ausiliario dei comuni, in deroga al tetto di cui all’articolo 9 comma 28 del DL 78/2010 e cioè la spesa per i contratti a tempo determinato del 2009. Completa il quadro delle richieste, la necessità di sostenere le aziende di gestione e riscossione delle entrate locali attraverso un ampliamento della durata e della natura degli affidamenti . Un intervento a costo zero per la finanza pubblica che rappresenterebbe un sostegno all’apparato tecnico operativo che caratterizza la gestione delle entrate locali, rappresentato in misura significativa da società private affidatarie.

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