03/05/2019 – Contratti, meno vincoli per la p.a. Aggiudicazioni sottosoglia Ue con il massimo ribasso

Novità dello «Sblocca cantieri»: centrale unica non obbligatoria, ritorno a progettazioni incentivate 

Contratti, meno vincoli per la p.a.

Aggiudicazioni sottosoglia Ue con il massimo ribasso

Pagina a cura di Andrea Mascolini
Niente obbligo di centralizzazione della domanda per comuni non capoluogo di provincia; ritorno alla progettazione interna «incentivata», ma anche semplificata; più spazio per gli affidamenti con procedura negoziata; aggiudicazione dei contratti sotto soglia Ue con il prezzo più basso. Sono queste alcune delle principali scelte, destinate alle pubbliche amministrazioni, operate dal decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32 («Sblocca cantieri») che ha iniziato questa settimana il suo iter parlamentare al senato, con l’obiettivo di avviare l’esame dei singoli articoli dopo il 7 maggio e nell’auspicio di giungere in aula il 17 maggio. Poi il testo, dopo le elezioni europee, passerà alla camera (il provvedimento dovrà comunque essere convertito entro il 17 giugno).
 
Un primo intervento importante sul fronte delle pubbliche amministrazioni riguarda il tema generale della qualificazione delle stazioni appaltanti e della riduzione del loro numero (si puntava all’epoca a una sforbiciata di circa il 70%). Su questo, prima del decreto 32 i comuni non capoluogo di provincia dovevano affidare contratti o ricorrendo centrali di committenza (stazione unica appaltante o centrali di unioni di comuni) o soggetti aggregatori qualificati.
Con il decreto «Sblocca cantieri» l’obbligo diventa una facoltà perché al posto della parola «procede» si scrive «può procedere direttamente e autonomamente oppure…».
 
Sempre guardando al mondo delle amministrazioni rileva la scelta di intervenire a favore dei tecnici interni alle stazioni appaltanti che fra i loro compiti hanno anche la progettazione (cosiddetta progettazione interna), ma che dal 2016 fino al 18 aprile 2019 non potevano più contare sull’incentivo (una quota del 2% del valore dell’opera) previsto dall’art. 113 del codice dei contratti pubblici.
 
Tutto cambia con il decreto «Sblocca cantieri»: si torna alla progettazione «incentivata». Non solo, si aggiunge anche la progettazione cosiddetta «semplificata»: per le manutenzioni ordinarie e per quelle straordinarie (ad eccezione degli interventi che prevedano il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali) si potrà anche prescindere dalla predisposizione del progetto esecutivo.
Andando avanti, si passa poi alla fase di aggiudicazione dei contratti dove si prevede l’innalzamento da 150 mila a 200 mila della soglia per gli affidamenti di lavori con procedura negoziata senza bando e invito di tre operatori economici, contratti di piccolo importo guarda caso proprio di interesse dei comuni non capoluogo di provincia. Oltre i 200 mila euro, invece, si utilizzerà direttamente la procedura aperta con applicazione dell’esclusione automatica delle offerte anomale. Sì perché, in altra disposizione, si inserisce la regola generale (sotto soglia Ue) che si deve aggiudicare al prezzo più basso, tranne che (motivando) si scelga il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
 
Rimangono fuori da quest’obbligo i servizi sociali e di ristorazione, quelli di ingegneria e architettura e quelli ad alta intensità di manodopera sempre da affidare misurando il rapporto qualità-prezzo. Dovrebbe semplificare anche l’inversione procedimentale della verifica dei requisiti (prima si esaminano le offerte e poi si guardano i requisiti).
 
Infine, altro punto sensibile nel mondo delle pubbliche amministrazioni, il decreto riapre alla possibile nomina dei commissari di gara, anche solo parzialmente, da parte della stazione appaltante in caso di indisponibilità o di disponibilità insufficiente di esperti iscritti nella sezione ordinaria dell’Albo Anac.

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