02/04/2019 – Più efficienza grazie all’anticorruzione

Più efficienza grazie all’anticorruzione

 02/04/2019

Tra le azioni più importanti e qualificanti svolte dal Governo troviamo di certo tanto la crescita economica, quanto la lotta alla corruzione, due aspetti che si trovano nello stesso binario.

Sotto i riflettori oggi ci sono la legge 145/18 che ha portato alla deregulation degli appalti fino a 150.000 euro e il giro di vite in materia di reati contro la pubblica amministrazione portato dalla legge 3/19; misure parallele attuate allo scopo di agire in profondità nella Pubblica Amministrazione, con 150 miliardi già stanziati ma “fermi”. Con l’introduzione della legge Severino e il relativo reato di traffico di influenze e la nuova legge che aggrava le pene, molti funzionari pubblici hanno paura di utilizzare le risorse “ferme”, con il timore di incorrere in indagini. Si ha quindi una potenziale eccessiva invasione delle indagini, che potrebbero inficiare il campo della discrezionalità della pubblica amministrazione.

Il rischio è quindi di vedersi ritorcere contro le legge attuate, arrivando ad una paralisi invece che alla deregulation auspicata. C’è però ancora spazio di manovra utile, proprio grazie al sistema anticorruzione introdotto proprio dalla legge Severino, ancora purtroppo non portatore dei risultati sperati. Il sistema è infatti ancora visto come un freno invece che come un efficace strumento per sviluppare l’azione amministrativa, per questo i funzionari pur osservandone i codici comportamentali se ne tengono alla larga. Tanto è esposta alle intemperie giudiziarie dagli esiti incerti, che nemmeno l’azione amministrativa ne ha tratto giovamento. Bisogna anche ammettere che ci sono ancora molte modalità non ortodosse piuttosto diffuse per interloquire con i privati, che possono portare a dubbi e conseguenti indagini in materia di reati contro la PA, che si contraddistinguono dall’esercizio di ampio potere discrezionale, come turbativa d’asta o l’abuso d’ufficio, o ancora il già citato reato di traffico di influenze che intercorre anche nei rapporti con i privati.

Ci sarà quindi il bisogno di nuovi (stretti) adeguamenti, in seguito all’entrata in vigore delle nuove norme tanto per i codici etici riguardanti le procedure della PA (ovvero la legge 165/03 e la 190/12) quanto per i modelli organizzativi (dal DLgs 231/02), anche per le società partecipate. Sarà quindi necessario creare procedure comportamentali che elargiscano una parziale immunità ai pubblici ufficiali (salvo altre evidenze investigative), come è stato fatto con i criteri portati dalla legge 24/2017, che ha limitato la responsabilità professionale del medico, se questo si è attenuto nello svolgere funzione ai modelli nazionali e internazionali. Se un iter amministrativo risulta conforme ai modelli comportamentali codificati dalla lettura ex post non si potrà procedere con l’iscrizione della notizia di reato. Insomma, una nuova sfida per l’anticorruzione che mira a potenziare il proprio sistema, rafforzando l’azione amministrativa, rendendola più autorevole e libera, capace quindi di accompagnare e supportare la crescita economica.

Articolo di Loris Pecchia

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