02/01/2020 – Dipendenti p.a., galateo social 

Dipendenti p.a., galateo social 
di ANTONIO CICCIA MESSINA – Italia Oggi Sette – 30 Dicembre 2019
Regole di comportamento ad hoc per l’ accesso dei dipendenti pubblici ai social network. Il mondo virtuale della socializzazione online è un teatro in cui l’ impiegato dello stato e delle altre pubbliche amministrazioni deve muoversi facendo attenzione alla deontologia professionale e alle regole di buon comportamento. Sono in fase di lancio nuove norme per accedere ai social network nel rispetto delle regole interne che dettano permessi e divieti di utilizzo delle piattaforme social.
A prevederle sono le nuove Linee guida in materia di codici di comportamento delle amministrazioni pubbliche, in pieno restyling da parte dell’ Anac, Autorità nazionale anti corruzione, e rese necessarie da una diffusa difficoltà degli enti pubblici, centrali e locali, a elaborare propri codici di buone prassi dettagliati e su misura. Da qui la necessità di rifondare i codici di comportamento, che costituiscono regole di condotta violando le quali si rischia una sanzione disciplinare. E un altro aspetto cui dedicare particolare cura è se e come estendere le regole di comportamento anche a collaboratori e consulenti esterni, a pena di risoluzione del contratto di consulenza.
Ecco l’ identikit del buon dipendente pubblico, mettendo in evidenza i tratti delle novità delle Linee guida Anac in itinere. Codici etici. I codici di comportamento sono stati disciplinati dalla legge n. 190 del 2012. In particolare l’ articolo 1, comma 44, della legge n. 190 del 2012 ha previsto, da un lato, un codice di comportamento generale, nazionale, valido per tutte le amministrazioni pubbliche e, dall’ altro, un codice per ciascuna amministrazione, obbligatorio, che integra e specifica il predetto codice generale.
Il codice nazionale è stato emanato con dpr 62/2013: prevede i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta per i dipendenti pubblici e codice rinvia alle integrazioni e specificazioni dei codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni. Per quanto riguarda i codici delle singole amministrazioni l’ Anac solleva il problema che, a oggi, pur se generalmente adottati, sono un «copia e incolla» del codice generale. Salvo eccezioni, le singole amministrazioni non hanno svolto quel lavoro richiesto di integrazione e specificazione dei doveri minimi posti dal dpr n. 62 del 2013. L’ Anac è già intervenuta con la delibera n. 75 del 24 ottobre 2013, recante le prime Linee guida in materia, rivolte a tutte le amministrazioni.
Ma ora occorre aggiornare quel lavoro e ha emanato nuove Linee guida di carattere generale, in pubblica consultazione, al fine di promuovere un sostanziale rilancio dei codici di comportamento presso le amministrazioni. Chi desidera mandare osservazioni e contributi può farlo fino al 15 gennaio 2020.
Conflitto di interesse. I dipendenti pubblici devono dichiarare al proprio dirigente, al momento dell’ assegnazione all’ ufficio, i rapporti di collaborazione, diretti o indiretti, in qualunque modo retribuiti, intrattenuti con soggetti privati nel triennio precedente all’ instaurazione del rapporto di lavoro, nonché i rapporti finanziari che presentemente leghino loro medesimi, o i parenti e gli affini entro il secondo grado, al soggetto privato con cui nel triennio precedente avevano collaborato.
Il codice etico vigente chiede inoltre che il dipendente stesso dichiari se il soggetto privato con cui intrattiene o ha intrattenuto precedentemente rapporti finanziari o di collaborazione retribuita abbia interessi in attività dell’ ufficio che rientrino nelle sue attribuzioni. Queste disposizioni potrebbero, per esempio, essere integrate nel codice delle singole amministrazioni con: la definizione dei modi con cui rendere le dichiarazioni; l’ indicazione di una soglia minima di rilevanza delle attività di collaborazione retribuita pregressa o degli interessi attuali da ricomprendere nella dichiarazione; la previsione della possibilità di operare verifiche; il dovere di comunicare tempestivamente eventuali variazioni delle dichiarazioni già presentate; misure che possono essere adottate, con l’ eventuale coinvolgimento del Responsabile Anticorruzione, per rimuovere il conflitto di interessi, quando assume un carattere strutturale.
Rapporti con i media. Nell’ ambito dei comportamenti da assumere nei rapporti con il pubblico, soprattutto negli enti di media/grande dimensione, L’ Anac propone di valutare l’ utilità di disciplinare i rapporti con gli organi di informazione sugli argomenti istituzionali individuando i soggetti cui spetta curare i rapporti con i media e le agenzie di stampa e quindi definire il comportamento che deve essere assunto dai dipendenti.
Correttezza. Nell’ ambito dei doveri di correttezza e di buon andamento del servizio rientrano le prescrizioni generiche riguardanti gli adempimenti richiesti dalle norme sul procedimento amministrativo, l’ utilizzo corretto della possibilità di essere esonerati dalla prestazione lavorativa, l’ uso dei materiali e delle attrezzature dell’ ufficio. L’ Anac constata che, atteso il rilievo che oggi riveste l’ utilizzo di social network, le amministrazioni possono valutare di integrare questo ambito, per esempio, con il dovere di accedere ai social network nel rispetto delle regole interne che dettano permessi e divieti di utilizzo delle piattaforme social.
Collaboratori o consulenti. Anche a collaboratori e consulenti esterni e collaboratori delle imprese fornitrici possono estendersi le regole di comportamento previste, in prima battuta, per i dipendenti pubblici. Con riferimento a questi soggetti l’ Anac ritiene necessario che le amministrazioni individuino attentamente, ex ante, le categorie di collaboratori e consulenti esterni nonché i collaboratori delle imprese fornitrici ai quali estendere i doveri fissati per i propri dipendenti nel codice di comportamento.
La fonte che prevede tale estensione, secondo il criterio di compatibilità, può essere un atto interno di regolazione per l’ organizzazione e il funzionamento degli uffici oppure lo stesso codice della singola amministrazione. In tale atto devono, a questo fine, essere disciplinati i criteri e le modalità con cui sono estesi i doveri di comportamento del codice di amministrazione a tali soggetti nonché il procedimento di accertamento delle violazioni dotato delle necessarie garanzie di contraddittorio.
Tale operazione consente alle Amministrazioni di elaborare e definire codici coerenti e contestualizzati rispetto alla propria organizzazione, escludendo per tali soggetti alcuni doveri, comuni a tutti i dipendenti, ma includendone altri legati al tipo di consulenza o collaborazione prestata. È opportuno che i codici di comportamento dedichino una sezione apposita. Inoltre nei contratti di collaborazione o di consulenza nonché di quelli per l’ acquisizione di beni e servizi le amministrazioni è bene che inseriscano apposite disposizioni o clausole di risoluzione e decadenza del rapporto di lavoro in caso di violazione degli obblighi previsti dal codice.
Una previsione di questo tipo conferisce natura contrattuale all’ applicazione degli obblighi del Codice a persone esterne alle pubbliche amministrazione, evitando così ogni possibile contestazione. Seguendo questa impostazione, è necessario che gli schemi tipo di incarico a collaboratori e fornitori siano predisposti inserendo la condizione del rispetto degli obblighi di condotta previsti per i dipendenti, se e in quanto compatibili.

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