Nei piccoli comuni le quote per le progressioni economiche sono “libere”

Lo sostiene un recente parere del Dipartimento della Funzione Pubblica: nei comuni più piccoli le progressioni economiche sono “libere” e non si deve attendere il principio delle quote limitate.


Un recente chiarimento dell’ufficio per le relazioni sindacali del dipartimento della Funzione pubblica, espresso nel parere DFP-0022327-P-27/3/2024, ha gettato luce su una questione spinosa riguardante le progressioni economiche negli enti locali di dimensioni più contenute.

Secondo il decreto Brunetta (articolo 23, comma 2 del Dlgs 150/2009), e ribadito nel Testo unico del pubblico impiego (articolo 52, comma 1-bis del Dlgs 165/2001), le progressioni economiche devono avvenire in modo selettivo, limitato a una quota di dipendenti. Più in dettaglio l’articolo 23, comma 2, d.lgs. n. 150 del 2009, dispone che “Le progressioni economiche sono attribuite in modo selettivo, ad una quota limitata di dipendenti, in relazione allo sviluppo delle competenze professionali ed ai risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione“.

Questo principio è stato interpretato come il riconoscimento della progressione a non più del 50% dei potenziali beneficiari.

Tuttavia, sorge il dilemma quando ci si trova di fronte a situazioni in cui esiste un solo dipendente candidato alla progressione economica. In tali casi, l’applicazione rigorosa del principio della selettività rischierebbe di bloccare indefinitamente il suo avanzamento economico.

Nei piccoli comuni le quote per le progressioni economiche sono “libere”

La questione sottoposta all’attenzione dei tecnici della Funzione Pubblica ha ricevuto una risposta piuttosto chiara. Pur mantenendo i requisiti di partecipazione stabiliti dalla contrattazione nazionale, quali la permanenza nella posizione economica di partenza per un certo numero di anni e l’assenza di sanzioni disciplinari significative negli ultimi due anni, è possibile procedere al riconoscimento della progressione economica anche in assenza di più potenziali beneficiari.

Questo avviene quando vengono raggiunti i risultati stabiliti nel sistema di misurazione e valutazione della performance dell’ente, e quando sono evidenti il conseguimento dell’esperienza professionale e le capacità culturali e professionali richieste dalle norme di legge e di contratto.

In sostanza, l‘importante è che il dipendente in questione abbia dimostrato di soddisfare i requisiti prestabiliti e di aver conseguito i risultati previsti, garantendo così una progressione economica basata sul merito e sulla valutazione delle sue competenze, anche se ciò implica una deviazione dal principio della quota limitata.

Il significato e l’impatto del parere

Questa interpretazione rappresenta un delicato equilibrio tra due esigenze fondamentali: da un lato, la necessità di assicurare un avanzamento economico equo e basato sul merito per i dipendenti degli enti locali; dall’altro, il rispetto dei principi normativi e delle regole stabilite dalla legislazione in materia di pubblico impiego.

Il concetto di equità implica che i dipendenti debbano essere valutati e ricompensati in base al loro contributo effettivo e alle loro prestazioni, piuttosto che a fattori esterni o politici. In tal senso, garantire una progressione economica basata sul merito significa riconoscere e premiare coloro che dimostrano di avere le competenze, l’esperienza e la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Allo stesso tempo, il rispetto dei principi normativi è essenziale per assicurare la coerenza e la legalità delle procedure adottate negli enti locali. Le leggi e i regolamenti devono essere applicati in modo uniforme e imparziale, garantendo che le decisioni prese siano conformi ai dettami della normativa vigente.

L’adattamento alle peculiarità delle situazioni locali è cruciale perché ogni ente ha le proprie caratteristiche, risorse e esigenze specifiche. Ciò significa che le politiche e le pratiche relative alla progressione economica devono tener conto del contesto in cui operano gli enti locali, adattandosi alle loro particolari circostanze senza compromettere i principi fondamentali di equità e legalità.

Il testo del parere della Funzione Pubblica

Qui il documento completo.

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