28/02/2020 – La p.a. scopre lo smart working

La p.a. scopre lo smart working
Dadone: privilegiare il lavoro flessibile e le call conference
di Francesco Cerisano
 
Gli uffici degli enti locali e della p.a. centrale non si fermano, anche grazie al lavoro flessibile. Nelle zone non soggette a misure di contenimento contro l’epidemia da Covid-19 (quelle della cosiddetta zona rossa rappresentata dai comuni lombardo-veneti dove sono scoppiati i primi focolai infettivi), gli uffici pubblici continueranno ad assicurare il normale orario di lavoro e lo svolgimento di tutte le attività istituzionali. Ma dovranno essere privilegiate modalità di lavoro flessibili, favorendo i dipendenti portatori di patologie, e quindi maggiormente esposti al contagio, quelli che utilizzano il trasporto pubblico per raggiungere il posto di lavoro e quelli che devono occuparsi dei figli costretti a casa dalla chiusura delle scuole. Il lavoro agile dovrà essere assicurato al personale «complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro». Lo ha chiarito il ministro della p.a. Fabiana Dadone in una direttiva (la n. 1/2020) indirizzata ieri a tutti gli uffici pubblici (ma che si estende anche agli enti vigilati e alle società a controllo pubblico).
Il ministro ha ribadito l’obbligo per i dipendenti provenienti dalle aree soggette a misure di contenimento (o che abbiano avuto contatti con persone provenienti dalle medesime aree) di comunicare tale circostanza alle amministrazioni di appartenenza in modo che possa essere informata l’autorità sanitaria competente.
Call conference e seminari. Un’altra grande novità della direttiva riguarda l’utilizzo di modalità telematiche per riunioni, eventi aggregativi e attività formative (convegni, seminari). Non solo. Negli enti che forniscono servizio mensa o che mettono a disposizione dei lavoratori spazi comuni, si dovranno adottare misure di turnazione tali da evitare il sovraffollamento e il contatto fisico ravvicinato.
Per quanto riguarda le missioni nazionali e internazionali, le p.a. dovranno garantire solo quelle ritenute strettamente indispensabili o indifferibili. Per le altre dovranno essere promosse modalità di partecipazione in call conference.
Concorsi. Nello svolgimento delle procedure concorsuali, le amministrazioni dovranno adottare misure organizzative finalizzate a ridurre i contatti ravvicinati tra i candidati. Gli enti che hanno in corso di svolgimento concorsi di cui non sia già stato reso noto il calendario delle prove preselettive e scritte dovranno valutare, in coordinamento con l’autorità sanitaria territoriale, l’opportunità di riprogrammare le date di svolgimento delle prove.
Niente uffici pubblici affollati. Negli uffici adibiti al ricevimento del pubblico o di personale esterno, il ministro Dadone raccomanda di evitare il sovraffollamento, anche mediante scaglionamenti delle presenze. Dovrà inoltre essere assicurata una frequente aerazione e un’attenta pulizia e disinfezione di superfici e ambienti da parte delle ditte incaricate. Gli enti pubblici (p.a. centrale e locale) dovranno rendere disponibili strumenti di igiene come dispensatori di disinfettante o antisettico per le mani, salviette asciugamano monouso, nonché, qualora l’autorità sanitaria lo prescriva, guanti e mascherine per specifiche attività lavorative, curandone i relativi approvvigionamenti e la distribuzione ai propri dipendenti e a coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l’amministrazione.
Infine dovranno essere diffuse in tempo reale, anche utilizzando i moderni strumenti di comunicazione (internet, newsletter, messaggistica per telefonia mobile), le indicazioni contenute nel decalogo del ministero della salute che prevedono, oltre alle elementari norme igieniche utili a frenare la proliferazione del Coronavirus, anche l’indicazione di contattare il numero verde 1500 se si ha febbre o tosse e si è tornati dalla Cina da meno di 14 giorni.
Al fine di consentire al dipartimento della funzione pubblica di monitorare il livello di attuazione della direttiva, le p.a. dovranno comunicare tempestivamente a palazzo Vidoni le misure adottate, scrivendo all’indirizzo Pec protocollo_dfp@mailbox.governo.it

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