27/02/2020 – Con il Milleproroghe i pareri di finanza pubblica solo dalla Sezione Autonomie

Con il Milleproroghe i pareri di finanza pubblica solo dalla Sezione Autonomie
La Rivista del Sindaco  27/02/2020 Modelli di Gestione
 
La Corte Costituzionale (con la sentenza n 4/2020) ha tolto ai Comuni la possibilità di poter calcolare nei risultati di amministrazione le entrate dei prestiti per sbloccare i debiti commerciali, norma che il Milleproroghe tenta di bloccare, ed al quale aggiunge una serie di correttivi destinati alla gestione degli enti locali.
Tra i correttivi proposti, uno ha il compito di spostare il potere decisionale riguardo i pareri di finanza pubblica richiesti da Regioni ed enti locali, dalle sezioni regionali (che fino ad oggi ne detenevano il controllo) alla sezione delle Autonomie della Corte dei Conti. Una novità questa solo all’apparenza marginale, ma in realtà tesa allo scopo di ridurre il più possibile quel guazzabuglio proliferante di indicazioni spesso in contrasto tra loro, riguardanti molteplici questioni sulle regole di bilancio, che fino ad oggi sono riuscite solo a creare confusione riguardo la gestione dei conti locali, aumentando i dubbi delle amministrazioni stesse, che vi si dovrebbero appoggiare.
Un altro correttivo si occupa invece di ridefinire i tetti spesa del personale, per quanto riguarda la complicata fase di passaggio che porta dal vecchio turn over ai nuovi vincoli alle assunzioni, i quali derivano dal rapporto calcolato tra entrate stabili dell’ente e spese destinate agli stipendi. Tirate le somme delle nuove regole, si arriva a capire come portino ad una divisione in tre classi di virtuosità per gli enti, occupandosi anche di imporre alla classe intermedia, in cui è facile ritrovare la maggior parte dei Comuni italiani, di non superare la spesa registrata nell’ultimo rendiconto. Invece, anche in questo caso, l’emendamento richiede agli enti di non superare il rapporto calcolato tra entrate e spese di personale, riportato nell’ultimo rendiconto, in modo da offrire un minimo di flessibilità per gestire il personale, ad esempio, avendo un maggior potere di assunzione (in linea con gli obblighi imposti dalle nuove regole) aumentando le entrate con il ritocco delle aliquote.

Infine, troviamo anche un emendamento che richiede ai Comuni in crisi che hanno approvato il piano di rientro o l’ipotesi di bilancio strutturalmente riequilibrato di dare la priorità alle assunzioni dei funzionari che gestiscono i bilanci.

Articolo di Loris Pecchia

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