26/09/2016 – UNSCP della Toscana scrive ad Anci toscana in merito a quanto scritto da Anci Lombardia

 

Firenze, 23 settembre 2016

Gentile Presidente di Anci Toscana – Avv. Matteo Biffoni

 

Oggetto: riforma della dirigenza – nota con le criticità e le proposte di ANCI Lombardia approvata in data 19/09/2016 dall’Assemblea Regionale – richiesta chiarimenti.

Gentile Presidente, Abbiamo letto la nota approvata in data 19/09/2016 dall’Assemblea Regionale di ANCI Lombardia contenente i rilievi e le criticità proposte da Anci Lombardia in riferimento allo schema di decreto legislativo attuativo della legge “Madia” n. 124/15 e rileviamo quanto segue:

  1. Circa la “Possibilità di gestione associata del dirigente apicale anche per i comuni con più di 5.000 abitanti (almeno fino a 15.000)” è la legge delega (già approvata) che prescrive la coerenza di tale gestione associata con la con le previsioni di cui all’articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Ed i limiti demografici minimi per la gestione associata delle funzioni fondamentali non sono sicuramente 15.000 abitanti!
  2. Quanto alla “Possibilità esplicita di delega delle firme sugli atti di cui all’articolo 107 del TUEL a collaboratori in possesso di qualifica adeguata (categoria D con eventuale incarico di posizione organizzativa) dei poteri di firma degli atti (determinazioni, pareri tecnico e contabile sulle deliberazioni) come avviene oggi nei piccoli comuni” vale le pena evidenziare che lo stesso schema di decreto legislativo, all’art. 11, prevede che, negli enti di minori dimensione demografiche nei quali non siano previste posizioni dirigenziali, viene fatta salva la possibilità di attribuire funzioni dirigenziali ai sensi dell’art. 109, comma 2, del d.lgs. 267/2000. In altre parole, l’obbligatorietà del dirigente apicale, sebbene in forma associata, non comporta il concentramento di tutte le funzioni gestionali in capo al suddetto dirigente restando ferma la possibilità di conferire le funzioni dirigenziali di cui all’art. 107 del TUEL ai responsabili degli uffici e dei servizi.
  3. Dulcis in fundo, quanto alla “possibilità di nomina di dirigenti apicali oltre che tra gli ex segretari con ricorso alle possibilità dettate dall’articolo 110 del TUEL” è, di nuovo, la stessa legge delega (già approvata) e non lo schema di decreto legislativo in argomento a prescrivere che il dirigente apicale debba essere un dirigente di ruolo. Quanto sopra, unitamente alla totale assenza di proposte sui requisiti professionali necessari per svolgere l’incarico di direzione apicale, ci porta a rilevare come il documento prodotto non fornisca un’analisi di sistema della riforma in itinere, sebbene dia evidenza della semplice volontà di effettuare nomine in via assolutamente discrezionale senza un’adeguata considerazione del contesto giuridico di riferimento.

 

Sottolineando che la nota di Anci Lombardia contrasta con lo spirito stesso della riforma della dirigenza che, stando a quanto affermato dal Governo in carica, si vuole di ruolo, professionalizzata e che garantisca una effettiva separazione tra indirizzo politico e gestione (la c.d. “Dirigenza della Repubblica” come ebbe a dire il Ministro Madia in varie occasioni), alla sottoscritta Segreteria regionale non risulta analoga posizione di Anci Toscana, né di Anci nazionale e si chiede, pertanto, con una presa di posizione chiarificatrice, se la nota di Anci Lombardia sia o meno condivisa dagli attuali organi regionali di Anci Toscana.

In attesa di un Vostro riscontro si porgono

Distinti saluti

La Segreteria regionale UNSCP TOSCANA

 

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