26/08/2020 – La Corte dei conti boccia il decreto Semplificazioni

La Corte dei conti boccia il decreto Semplificazioni
di Elisa Del Pup
 
L’abolizione della colpa grave incentiva sprechi e una gestione poco occulta delle risorse pubbliche. In questo senso, il decreto legge Semplificazioni consente che i danni causati dai dipendenti dell’erario per colpa grave non vengano risarciti, gravando sui contribuenti. È questo l’allarme lanciato dall’Associazione magistrati della Corte dei conti nella conferenza stampa dal tema «Dl Semplificazioni: rischi e responsabilità per la p.a.», che ha posto l’accento sulle diverse criticità segnalate dall’Associazione in merito alle modifiche all’attuale disciplina in tema di responsabilità e controlli a danno della corretta gestione della spesa pubblica apportate dal decreto legge 76/2020, che è in corso di conversione in legge in Parlamento. Secondo il presidente dell’Associazione Luigi Caso, «non prevedere una conseguenza in caso di violazioni così palesi della legge e del buon senso significa creare un’esimente per un limitato numero di pubblici dipendenti, favorire una selezione al ribasso della classe dirigente, danneggiare i cittadini onesti che rischiano di vedere i soldi prelevati con la tassazione sprecati in opere inutili o incompiute, se non addirittura insicure». Le critiche maggiori sono rivolte all’art. 21, il cui primo comma confonderebbe il dolo civilistico con quello penalistico-sanzionatorio, mentre il secondo comma porrebbe addirittura problemi di compatibilità costituzionale. Sotto accusa anche l’art. 17 che interviene sulla disciplina del riequilibrio degli enti locali con misure emergenziali che si porrebbero come derogatorie a una disciplina già frammentata e disorganica: viene infatti previsto lo spostamento in avanti dei tempi di riequilibrio senza considerare la finalità originaria del dl 174/2012 che è quella di assicurare il risanamento strutturale del bilancio. Infine, i magistrati contabili denunciano che «la dilatazione dei tempi dei piani di riequilibrio degli enti locali e l’allentamento dei controlli della Corte finiscono per peggiorare inesorabilmente la posizione delle imprese creditrici nei confronti delle amministrazioni locali; tali imprese, infatti, nell’attesa del soddisfacimento dei loro crediti, ulteriormente ritardato, rischiano problemi di cassa tali da determinarne l’insolvenza con conseguente chiusura delle attività e licenziamento dei dipendenti».

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