26/07/2019 – Le indicazioni del Viminale sull’utilizzo della ricevuta della CIE come documento di riconoscimento

Le indicazioni del Viminale sull’utilizzo della ricevuta della CIE come documento di riconoscimento

di Amedeo Di Filippo – Dirigente comunale
Dal 15 luglio 2019 è attivo il nuovo sistema di sistema di prenotazione delle CIE, sviluppato attraverso la piattaforma raggiungibile all’indirizzo: https://www.prenotazionicie.interno.gov.it. Il nuovo sistema offre ai Comuni e ai cittadini nuove funzionalità per semplificare il processo di prenotazione dell’appuntamento per la richiesta di rilascio della CIE presso lo sportello comunale.
I Comuni trovano calendari di disponibilità (c.d. “planner”), una sezione di reportistica arricchita, la possibilità di gestire gli appuntamenti da una qualsiasi postazione di lavoro CIE del Comune, la messa a disposizione di una funzione di cancellazione automatica dell’appuntamento se il cittadino non provveda alla conferma entro un termine prefissato.
Per i cittadini è possibile conoscere la prima data utile per fissare l’appuntamento per la richiesta di rilascio della CIE presso lo sportello comunale; la richiesta dell’appuntamento può essere completata con l’indicazione anche soltanto di alcuni dati minimali oltre all’autenticazione; l’appuntamento può essere prenotato sia presso il Comune di residenza che in altro Comune che utilizzi l’Agenda CIE; prima della data dell’appuntamento il cittadino riceve tramite e-mail una richiesta di conferma, in mancanza del quale l’appuntamento è automaticamente cancellato; è disponibile una funzionalità di caricamento della foto; è possibile scegliere la modalità di consegna del documento d’identità, indicando eventualmente le generalità del delegato al ritiro; nella ricevuta della prenotazione sono contenute le informazioni sulla documentazione da presentare il giorno dell’appuntamento presso lo sportello comunale.
La circolare
Con la circolare n. 9 del 2016 luglio il Ministero dell’Interno fornisce istruzioni operative per l’utilizzo della ricevuta della CIE come documento di riconoscimento e per l’utilizzo dell’app “Ve.DO” come meccanismo di verifica della medesima ricevuta.
Il Viminale è già intervenuto in materia con la circolare n. 2 del 14 febbraio 2018 che per le consultazioni elettorali del 4 marzo 2018 ha confermato la possibilità di identificare gli elettori ai seggi mediante la ricevuta della richiesta di carta d’identità elettronica in quanto munita della fotografia del titolare, dei relativi dati anagrafici e del numero della CIE cui si riferisce, per cui risponde ai requisiti del documento di riconoscimento di cui all’art. 1, comma 1, lett. c), D.P.R. n. 445 del 2000.
Sono state però espressi dubbi circa il fatto che la ricevuta della CIE possa essere utilizzata come documento di riconoscimento anche in casi diversi da quello elettorale. Quesito al quale il Viminale risponde in maniera decisamente affermativa, proprio perché la ricevuta conserva tutte le caratteristiche formali previste dall’art. 35, comma 2, D.P.R. n. 445 del 2000.
Precisa inoltre che dal 3 marzo scorso le ricevute recano nella prima pagina un codice a barre bidimensionale (QR Code), che consente di verificare l’autenticità della ricevuta stessa e l’esistenza di una CIE in fase di produzione o consegna, associata al richiedente e contrassegnata dallo stesso numero. Questo strumento inoltre consentirà di accertare l’avvenuta consegna del documento di identità al titolare.
L’autenticità della ricevuta CIE può essere verificata mediante l’utilizzo di uno smartphone attraverso l’installazione dell’applicazione gratuita “Ve.DO”, sviluppata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. L’app esegue, tramite fotocamera, la scansione ottica del QR Code presente sulla ricevuta CIE, ne verifica l’autenticità e lo stato di lavorazione mostrando l’esito sul display.

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