26/03/2020 – E’ ancora consentito spostarsi da un comune all’altro per andare a lavorare o per palesi situazioni di necessità o di salute. Come per esempio accompagnare un congiunto in prossimità di un porto, una stazione o un aeroporto

Gli spostamenti per lavoro sono liberi
E’ ancora consentito spostarsi da un comune all’altro per andare a lavorare o per palesi situazioni di necessità o di salute. Come per esempio accompagnare un congiunto in prossimità di un porto, una stazione o un aeroporto
di Stefano Manzelli
 
È ancora consentito spostarsi da un comune all’altro per andare a lavorare o per palesi situazioni di necessità o di salute. Come per esempio accompagnare un congiunto in prossimità di un porto, una stazione o un aeroporto. Oppure recarsi a fare provvista di alimenti nel negozio più vicino alla propria abitazione. E in caso di controllo occorrerà compilare il nuovo modello di autodichiarazione. Lo hanno chiarito le due circolari del ministero dell’interno rispettivamente del 22 e del 23 marzo 2020. Gli spostamenti delle persone durante questo particolare periodo di emergenza sanitaria nazionale sono stati ulteriormente ridotti con l’entrata in vigore del dpcm 22 marzo 2020, adottato ai sensi del dl n. 6/2020, convertito nella legge n. 13/2020. Il provvedimento in questione ha infatti ulteriormente limitato le attività produttive, industriali e commerciali che possono ancora restare operative. E ha inciso temporaneamente anche sulla libertà individuale delle persone in sincronia con l’ordinanza del ministro della salute del 22 marzo che fino al 3 aprile vieta ogni forma di attività ludica o sportiva al di fuori di casa fatta salva l’attività motoria individuale in prossimità della propria abitazione e sempre nel rispetto delle distanze minime dalle altre persone. In buona sostanza oltre a questa indicazione di dettaglio le circostanze che legittimano gli spostamenti al di fuori della privata abitazione devono essere correlate a comprovate esigenze lavorative, a esigenze di assoluta necessità o a motivi di salute. Ora non è più possibile rientrare alla propria abitazione o residenza senza un documentato motivo. Ovvero non è più possibile uscire dal proprio comune. Ma anche per circolare nel proprio territorio occorre giustificarsi in caso di controllo. Per esempio evidenziando agli organi di polizia che utilizzeranno il nuovo modello di autodichiarazione che ci si stava recando a fare la spesa, ad acquistare il giornale o in farmacia. Ancora più complicato risulterà giustificare poi gli spostamenti tra comuni diversi. Il Viminale però incoraggia e legittima azioni ricorrenti come accompagnare un prossimo congiunto in aeroporto, in stazione o a un porto per un imbarco. Ovvero andare ad approvvigionarsi di generi alimentari nel punto vendita più vicino e accessibile dalla propria abitazione. Ma anche i pendolari potranno tranquillamente recarsi al lavoro fuori comune, prosegue il ministero. Specialmente in mancanza nel luogo di lavoro di una dimora alternativa a quella abituale. Le nuove misure limitative introdotte dal dpcm 22 marzo 2020 si applicano cumulativamente a quelle introdotte dal precedente dpcm 11 marzo 2020 e non modificate dalla normativa sopravvenuta, nonché dall’ordinanza del ministro della salute 20 marzo 2020. Quest’ultimo provvedimento oltre a consentire un limitata attività motoria attorno a casa introduce alcune ulteriori restrizioni tipo la chiusura dei parchi pubblici, delle ville e dei giardini.

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