20.10.15
Giovanni Immordino e Francesco Flaviano Russo
L’innalzamento del limite all’uso del contante a tremila euro potrà portare a un aumento dell’evasione fiscale. I dati suggeriscono infatti che il fenomeno è legato alla tipologia dei pagamenti. Soprattutto, però, sembra un segnale di scarso impegno nella lotta all’evasione e al riciclaggio.
Più contanti, più consumi?
Il governo ha da poco annunciato alcuni provvedimenti contenuti nella legge di stabilità e, tra questi, l’innalzamento del limite all’uso del contante da mille a 3mila euro. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato che questa misura è necessaria per “incoraggiare i consumi” e che oggi non ha senso avere un limite all’uso del contante perché il fisco dispone di strumenti più sofisticati per tracciare gli evasori.
Ma di quali consumi parla esattamente? Ci sono sicuramente alcuni italiani che abitualmente spendono cifre superiori a mille euro per un singolo acquisto, per esempio in un negozio di abbigliamento. Ma quanti di questi trovano effettivamente più pratico portare con sé i contanti? Anzi la vera domanda è: quanti di questi sono disposti a rinunciare all’acquisto solo perché la legge gli impedisce di pagare in contanti? E chi sono questi consumatori?
Pagamenti elettronici contro l’evasione
I dati suggeriscono che l’evasione fiscale è legata alla tipologia di pagamenti. La figura 1 riporta la relazione tra il numero di pagamenti medi annuali con carta di debito o credito per abitante (fonte Banca centrale europea) e un indicatore dell’evasione dell’imposta sul valore aggiunto (fonte Center for Social and Economic Research (Case) and Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis (Cpb), 2014) per i paesi dell’area euro nel periodo 2000-2012.