21/08/2020 – Smart Working Pubblico Impiego: il riepilogo della situazione e gli scenari futuri

Smart Working Pubblico Impiego: il riepilogo della situazione e gli scenari futuri
lentepubblica.it • 20 Agosto 2020
 
Settembre si avvicina e le attività delle Pubbliche Amministrazioni sono sotto la lente di ingrandimento: sia per la paura di un’impennata di contagi sia per cercare di prepararsi all’eventualità di uno Smart Working ancora operativo a lungo.

Ecco dunque un sintetico riepilogo sulla situazione attuale dello Smart Working per il Pubblico Impiego e sui possibili scenari futuri.
Le nuove disposizioni tengono conto ora della nuova fase, in cui occorre “adeguare l’operatività di tutti gli uffici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali”.
Smart Working Pubblico Impiego: riepilogo della situazione
In primo luogo si ricorda che la ministra della Pa, Fabiana Dadone, con la circolare n. 3 del 24 luglio scorso, interviene sulla presenza del personale nei luogo di lavoro: in particolare, la presenza dei dipendenti non è più correlata alle attività ritenute indifferibili ed urgenti.
Nel protocollo di rientro in sicurezza per la Pubblica Amministrazione si trova un elenco di misure necessarie a prevenire il rischio di diffusione del contagio da COVID-19.
Ciò nonostante ci sono alcuni punti fermi che è fondamentale individuare.
Gli elementi di maggior rilievo della norma sono i seguenti:
  • presenza del personale nei luoghi di lavoro non più correlata alle attività ritenute indifferibili ed urgenti;
  • superamento dell’istituto dell’esenzione dal servizio.
Pertanto non risulta più possibile esentare dal servizio quei dipendenti pubblici le cui attività non siano organizzabili in modalità agile.
La prestazione lavorativa in lavoro agile può essere svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dall’amministrazione.
Da sottolineare che il documento invita le amministrazioni pubbliche, qualora adottino orari di lavoro diversi da quelli in vigore prima dell’epidemia, a favorire i tempi di conciliazione vita-lavoro dei propri dipendenti. E inoltre si deve tener conto di eventuali condizioni di disagio e di salute che possano esporre a maggiori rischi di contagio i lavoratori.
La normativa attuale
Ricordiamo che il decreto legge n. 83/2020 stabilisce proroghe sul lavoro agile per alcune categorie di dipendenti. In pratica in conseguenza della proroga della dichiarazione dello stato di emergenza, dal 1° agosto è stata prorogata, fino a tutto il 15 ottobre 2020, la possibilità, di adibire allo smart working il personale dipendente, in deroga ad alcune specifiche disposizioni della legge n. 81/2017 e senza necessità di accordo individuale con il lavoratore.
Inoltre un’integrazione all’articolo 263 del dl Rilancio ha introdotto
fino al 31 dicembre 2020, in deroga alle misure di cui all’articolo 87, comma 1, lettera a), e comma 3, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro. Rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, con le misure semplificate di cui al comma 1, lettera b), del medesimo articolo 87, al 50 per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità.
Scenari futuri
Occorre ricordare che il Ministro Dadone ha specificato che il Lavoro Agile diventerà una componente fondamentale per i Dipendenti Pubblici. A partire dall’anno prossimo infatti, nelle intenzioni del Ministro il ricorso al lavoro agile sarà incrementato aumentando la percentuale minima del personale, ma non solo.
Soprattuto si prevede che ciascuna amministrazione individui le attività trattabili come “smart” e attivi la modalità agile per almeno la metà di queste.
Questo avverà grazie al cosiddetto Piano organizzativo del lavoro agile (POLA).
Infatti entro il 31 dicembre di ciascun anno, le amministrazioni pubbliche redigono, sentite le organizzazioni sindacali, il Piano organizzativo del lavoro agile (POLA).
Il Piano individua le modalità attuative del lavoro agile prevedendo, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, che dal 2021 almeno il 60 percento dei dipendenti possa avvalersene. Inoltre si garantisce che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.
Ulteriori step che devono essere messi in atto sono i seguenti:
  • formare adeguatamente sia dirigenti e personale non dirigenziale
  • verificare periodicamente la prestazione dei lavoratori in smart working, nel rispetto dei parametri temporali e del diritto alla disconnessione.
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