20/03/2019 – Semplificare gli appalti? La gara è la fase meno complessa

Semplificare gli appalti? La gara è la fase meno complessa

L. Oliveri (La Gazzetta degli Enti Locali 20/3/2019)

Il Governo pare intenzionato a dare davvero il via alla riforma del codice dei contratti. Tanto attesa, quanto tardiva.

A distanza di ormai 3 anni dall’entrata in vigore del d.lgs. 50/2016, nessuna analisi che non sia oggettiva ed equilibrata può negare che il codice sia stato un fattore di complicazione e ritardo nell’attivazione degli appalti. Perché scritto male; perché caratterizzato da un carico eccessivo di normazione ulteriore e diversa da quella europea (vizio di gold plating); perché affetto da oneri comunicazionali e burocratici incontrollati; perché carente proprio in alcuni elementi fondamentali per la semplificazione: la banca dati nazionale degli operatori economici su tutti; perché la disciplina è stata complicata fino all’inverosimile, con l’inopportuno spacchettamento in norme di legge, di regolamento e contenute nelle sempre cangianti, contraddittorie ed impalpabili Linee guida, purtroppo né chiare, né risolutive né, per altro, particolarmente apprezzate dalla giurisprudenza.

Alla caccia di una risalita nella classifica internazionale delle Nazioni meno affette da corruzione, l’attenzione si è incentrata in maniera molto profonda sugli elementi ordinamentali che assicurino la visualizzazione di misure anticorruzione: dimenticando che queste misure, certo opportune, non sono di per sé risolutive. Il sistema anticorruzione, come qualsiasi sistema di prevenzione, serve per conoscere i fattori di rischio e prevenirlo, ma non può eliminarlo. I fatti di cronaca, poi, confermano che la normativa anticorruzione non ha garantito alcuna modalità operativa per intercettare o conoscere fatti corruttivi per tempo: li riscontra sempre, e sempre a cose fatte, la magistratura che dispone di poteri di indagine di polizia giudiziaria, imprescindibili per scoprire un reato nascosto e caratterizzato dalla concordia occulta di due parti, quale la corruzione.

Se semplificare il sistema è necessario, altrettanto lo è individuare con esattezza gli ambiti e gli strumenti per condurre a tale semplificazione.

Il Governo pare orientato, tra le varie scelte, a partire con urgenza con una forte deregolamentazione del sotto soglia, permettendo il ricorso ad affidamenti diretti, con espressa precisione di non necessarietà della motivazione, fino a 40mila euro per forniture e servizi e fino a un milione di euro per lavori; nonché affidamenti invitando 5 operatori economici fino alla soglia comunitaria per forniture e servizi e fino a 5 milioni di euro per lavori.

È giusto evidenziare che si tratta di una strada certamente percorribile, visto che le direttive europee non contengono indicazioni su come disciplinare gli appalti sotto soglia. Ma sicuramente non opportuna e, comunque, fallace.

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto