11/12/2019 – PagoPa al via. Ma non da subito 

PagoPa al via. Ma non da subito 
di FRANCESCO CERISANO – Italia Oggi – 10 Dicembre 2019
Pagamenti alla pubblica amministrazione solo attraverso la piattaforma PagoPa ma non da subito. L’ obbligo per gli enti pubblici di aderire alla piattaforma e quindi consentire ai contribuenti di pagare tributi e multe esclusivamente con il nuovo sistema entrerà in vigore il 30 giugno 2020. Un «termine congruo», secondo il governo, per consentire gli adeguamenti tecnici necessari e la stipula delle convenzioni che potrà avvenire anche in via sussidiaria, attraverso un altro soggetto (amministrazione o partner tecnico) già operante sulla piattaforma. È quanto prevede il pacchetto di proroghe messo a punto dal governo e che potrebbe trovare posto nella Manovra oppure confluire in un decreto legge ad hoc.
Come anticipato da ItaliaOggi il 21/11/2019, con una soluzione di compromesso tra la necessità di garantire da la certezza nei concorsi (cristallizzata nella norma della legge di bilancio 2019 che sancisce la validità annuale delle graduatorie) e le istanze dei sindaci che chiedono più tempo per lo scorrimento delle stesse, viene confermata la durata triennale delle graduatorie 2018-2019. Dal 2020 in avanti la durata delle graduatorie sarà di due anni. Per il passato il ministro per la p.a. Fabiana Dadone dà ancora una speranza al popolo degli idonei allungando fino al 31 marzo 2020 la validità di quelle più risalenti (relative all’ anno 2011), mentre le graduatorie dal 2012 al 2017 saranno valide fino al 30 settembre 2020. Resta confermato anche lo slittamento a fine 2021 della dead line per procedere alle stabilizzazioni avviate dalla riforma Madia (dlgs n. 75/2017) per porre fine al precariato nella pubblica amministrazione. La possibilità di assumere a tempo indeterminato lavoratori con contratto a termine, inizialmente prevista per il triennio 2018-2020, potrà avere un anno in più di tempo.
Potranno essere stabilizzati i dipendenti pubblici (non i dirigenti) che abbiano i seguenti requisiti: – essere in servizio alla data di entrata in vigore della legge n. 124/2015 con contratti a tempo determinato presso l’ amministrazione che procede all’ assunzione; – essere stato reclutato con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’ assunzione; – aver maturato, al 31 dicembre 2017, almeno tre anni di servizio, anche non continuativi negli ultimi otto anni, alle dipendenze dell’ amministrazione che procede all’ assunzione. Per la sanità si prevede che, al fine di fronteggiare la grave carenza di personale e superare il precariato, nonché per garantire la continuità dei livelli essenziali di assistenza (Lea), per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico, dirigenziale e non del Servizio sanitario nazionale, le procedure di stabilizzazione siano estese fino al 31 dicembre 2022. Una misura che, secondo il ministro della salute Roberto Speranza, «è una scelta giusta» che migliorerà la qualità di vita dei lavoratori della sanità e renderà il Servizio sanitario nazionale «più forte, a vantaggio di tutti».
Nel pacchetto di proroghe ha trovato posto al fotofinish anche il rifinanziamento per il 2020 del cosiddetto «bonus verde», ossia la possibilità di beneficiare della detrazione del 36% delle spese fino a 5 mila euro sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici e unità immobiliari. E sempre in vista della Manovra 2020 ieri, a conclusione di un incontro con i sindacati a Palazzo Chigi, il governo ha messo ulteriori 200 milioni a regime sul piatto del rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Risorse che vanno ad aggiungersi ai 3,4 miliardi già stanziati. Secondo il ministro Dadone ora si creano «condizioni ancor più favorevoli per un pronto avvio della contrattazione». Ma i sindacati non festeggiano visto che, lamentano, le risorse stanziate in più (100 milioni nel 2020 e 100 nel 2021) sono comprensive dei fondi destinati al riordino delle carriere della polizia e dei vigili del fuoco e sono invece mancanti dei 240 milioni necessari per la stabilizzazione dell’ elemento perequativo a partire dal 1° gennaio 2020.

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