11/12/2018 – Il caso dei Segretari comunali arriva alla Consulta

Il caso dei Segretari comunali arriva alla Consulta

Maria Concetta Giardina 1

“Sappiamo bene che nella maggioranza dei casi, quando un comune non ha un Segretario titolare o il suo incarico è scaduto con il mandato amministrativo del sindaco, e si provvede alla pubblicazione della sede di segretaria, i giochi sono già fatti e c’è già un predestinato che senza difficoltà andrà ad occupare quella sede. Più è importante il Comune, maggiore è il peso del partito politico che governa e l’affinità politica che si chiede al Segretario comunale interessato ad occupare quella sede. Non voglio dire che i sindaci scelgono i Segretari in base a criteri di appartenenza politica, ma bisogna dare atto che non sempre i criteri che sono utilizzati per le nomine sono improntati alla meritocrazia, alla competenza, alla professionalità. “

Maria Concetta Giardina 2

“L’assenza di qualsiasi onere motivazionale da precisare nei provvedimenti di nomina è poi, di per sé sufficiente ad etichettare politicamente il predestinato, nel totale dispregio dei principi di imparzialità e buon andamento. Anche nei casi in cui dovesse accadere che il Segretario venisse scelto tenuto conto di professionalità e competenza, lavorare nell’Ente sarà difficile, perché l’etichetta politica (anche se non c’è), la leggono tutti i lavoratori che si devono dirigere. “

Maria Concetta Giardina 3

“Se per i Segretari comunali lo spoils system è conclamato e formalizzato, la restante dirigenza lo ha subito comunque sia pure in forma mascherata, ora invocando il principio di rotazione ora attuando riorganizzazioni, o ancora precarizzando in modo sempre più spinto il rapporto di lavoro con il ricorso all’art. 110 del Tuel, che nel sistema delle Autonomie locali arriva a ben il 30% di dirigenti fuori ruolo.”

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