07/08/2020 – Subappalto, nuova tegola del Consiglio di Stato: limiti italiani da disapplicare

Subappalto, nuova tegola del Consiglio di Stato: limiti italiani da disapplicare
di Mauro salerno
 
In breve
La sentenza prende atto della pronuncia della corte Ue su tetto al 30% e ribasso prezzi limitato al 20%
 
Dopo le prese di posizione della Commissione e della Corte di Giustizia europee arriva anche la presa d’atto del Consiglio di Stato. I limiti fissati dalla normativa italiana – che siano quelli del codice appalti o del decreto Sbloccacantieri non cambia – sono illegittimi e devono essere disapplicati.
L’indicazione di Palazzo Spada è contenuta nella sentenza n. 4832/2020 depositata il 29 luglio. Riguarda in particolare il contenzioso relativo a un maxi-appalto di pulizie (46,3 milioni per cinque anni di contratto) indetto nel 2015 dall’Università La Sapienza di Roma.

In ballo c’erano quindi i limiti fissati dal vecchio codice degli appalti, ma poco cambia. La normativa di riferimento entrata in vigore con il nuovo codice del 2016 è cambiata quanto alla determinazione dei tetti, facendosi ancora più stringente (30% sull’intero importo dell’appalto invece che sulla sola categoria prevalente) ma il tetto è comunque rimasto. Per questo poco importa anche che il decreto Sblocca-cantieri della scorsa estate lo abbia temporaneamente innalzato fino al 40%. In discussione, infatti, c’è l’esistenza stessa di un tetto (ciò che la Ue contesta sia con la procedura di infrazione sia con le pronunce della Corte Ue) non il suo valore più o meno alto. Allo stesso modo l’Europa boccia anche l’esistenza di un limite (20%) al ribasso praticabile dalle imprese interessate a ottenere i subaffidamenti.

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