06/07/2017 – Riforma Madia: nuova ma non troppo la gerarchia delle fonti e la contrattazione collettiva del pubblico impiego

“Dopo diverse vicissitudini, tra accelerazioni politiche ed arresti giuridici dovuti alla bocciatura della riforma della dirigenza da parte del Consiglio di Stato in sede consultiva, prima, e dei tratti salienti della legge delega da parte della Corte costituzionale, poi, con il D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75, in G.U. 7 giugno 2017, n. 130, è stata finalmente varata la riforma del pubblico impiego che innesta diverse novità nel tessuto del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165. Impianto che resta tuttavia claudicante proprio perché mancante di taluni interventi di completamento, come quelli sui vertici burocratici che avrebbero corroborato la nuova disciplina della performance, viceversa approvata. In tale contesto, dunque, è opportuno muovere da un inquadramento generale del sostrato normativo per comprendere le ripercussioni pratiche del riassetto delle fonti – in cui si nota la più netta demarcazione tra prerogative legislative e sindacali – e del ruolo della contrattazione.”

 

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