Un sindaco ha avanzato un quesito riguardo il perimetro di applicazione dell’art. 1, comma 718, della legge finanziaria 296/2006, chiedendo se il divieto, di cui alla sopra menzionata disposizione normativa, di corrispondere emolumenti a carico di società partecipate, nel caso di assunzione da parte dell’amministratore di un ente locale della carica di componente di organo di amministrazione della società, trovi applicazione anche con riguardo a un Consigliere comunale ed anche in caso di società partecipata indirettamente.
Viene anche chiesto, in via subordinata, se l’opzione tra gettone di presenza spettante per la partecipazione al Consiglio Comunale, e il compenso quale componente dell’organo di amministrazione nella società partecipata ha rilevanza sull’applicabilità della medesima disciplina.
La Corte dei conti, sez. controllo per il Veneto, con deliberazione 110/2022, depositata il 25 luglio 2022, ha ritenuto ammissibile la richiesta di parere, unicamente in relazione al primo quesito, ritenendo, invece, il quesito subordinato non rispondente ai necessari canoni di generalità e astrattezza, in quanto prospetta una situazione specifica e concreta.
Nella delibera in commento, i magistrati contabili veneti non si discostano da quanto già chiarito dalla giurisprudenza contabile in altre occasioni, (Corte dei conti Toscana, del. 8P/2008, sez. Campania, del. 327/2016), ribadendo che:
– nessun compenso può essere corrisposto ad un amministratore di un ente locale, a seguito della carica, dallo stesso assunta, di amministratore di una società di capitali partecipata dallo stesso ente;
– il menzionato comma 718 debba ritenersi applicabile ad ogni ipotesi di partecipazione a prescindere dalla forma diretta, indiretta, maggioritaria, minoritaria, poiché la finalità è quella di riduzione della spesa pubblica e contenimento dei costi degli organi di governo e degli apparati pubblici, e ogni diversa interpretazione della norma sarebbe contraria a quest’ultimo fine.
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