05/06/2020 – Enti, programmazione in salita – Tutto dipende dalla tempistica del rapporto spesa/entrate

ASSUNZIONI/ L’applicazione del dm 17 marzo continua a essere un rebus per i comuni
Enti, programmazione in salita – Tutto dipende dalla tempistica del rapporto spesa/entrate
Pagina a cura di Matteo Barbero

Programmazione delle assunzioni in salita per i comuni. L’applicazione del decreto attuativo dell’articolo 33, comma 2, del dl 34/2019, in vigore dallo scorso 20 aprile, continua a sollevare molti dubbi fra gli addetti ai lavori. Tra questi, quello riguardante la tempistica di individuazione e aggiornamento del rapporto spesa di personale/entrate correnti, dalla cui entità rispetto alle soglie definite dal provvedimento dipendente la capacità di ogni ente di disporre nuovi reclutamenti. Per rendersi conto della perversità del meccanismo (seppure sulla carta certamente più razionale del precedente), occorre calarsi nello sviluppo ordinario e concreto della programmazione.

Pensiamo ad un ente che, in base ai dati attuali (rendiconto 2018 per le spese, rendiconti 2016, 2017 e 2018 per le entrate, bilancio 2018 per il fcde), sia virtuoso. Esso oggi avvia una procedura assunzionale, ma a seguito dell’approvazione del rendiconto 2019 scopre di non esserlo più. Come procedere? Se l’ente è passato in seconda fascia, dovrebbe verificare che la nuova assunzione non comporti il superamento della spesa di personale certificata dal rendiconto 2019.
Diversamente, potrebbe porsi uno sforamento del limite. Paradossalmente, se l’ente fosse passato addirittura in terza fascia avrebbe meno problemi nell’immediato, ma dovrebbe definire il percorso di rientro nei parametri entro il 2025. Le difficoltà, evidentemente, sono destinate ad accentuarsi nel 2021, quando entreranno nel calcolo gli accertamenti delle entrate 2020, quasi certamente in forte riduzione con una dinamica calante prevedibilmente più intensa delle spese di personale.
Ma non basta: la bozza di circolare della Funzione pubblica che dovrebbe chiarire l’applicazione del nuovo sistema (ma che non ha ancora visto la luce) introduce un’ulteriore complicazione prevedendo la sterilizzazione delle eventuali assunzioni già programmate sulla base delle vecchie regole. Tale meccanismo (peraltro già in bilico alla luce dei primi pareri della Corte dei conti) dovrebbe consentire a decorrere dal 2021 di sottrarre la maggiore spesa derivante dalle procedure in itinere dal calcolo del rapporto: ma quale sarebbe la maggiore spesa?
Quella prevista per i neo-assunti su base annua o il rateo del 2020 (ad esempio, per un’assunzione disposta per 4 mesi i 4/12)? Più in generale, occorre posi considerare che, se è vero che di norma la programmazione del personale viene inserita già nel Dup di luglio, di norma essa diventa operativa non prima della nota di aggiornamento di novembre, anche perché è problematico avviare una procedura assunzionale senza avere certezza delle coperture di bilancio. Per cui, di fatto la finestra per assumere in tranquillità si riduce a pochi mesi. Un tale sistema (per quanto astrattamente più sensato di quello basato sul turnover) all’atto pratico si rivela inapplicabile e del tutto inadatto a pianificare sul medio periodo.
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