05.06.2015 – Risposta al presidente della provincia di Cuneo in merito alla “inutilità” del Segretario provinciale su “LA STAMPA” di ieri.

Risposta al presidente della Provincia di Cuneo in merito alla “inutilità” del Segretario provinciale su “LA STAMPA” di ieri:

Casteldelfino 3/5/2015

Signor Presidente della Provincia di Cuneo

Leggendo la sua intervista rilasciata al quotidiano “LA STAMPA” si rendono necessarie, ai fini di una corretta informazione, alcune precisazioni o rettifiche che mi accingo a fare spogliandomi del ruolo di Sindaco di Casteldelfino, attuale secondo mandato, e dei cinque precedenti in quel di Valmala e Brossasco ma, semplicemente. quale ex segretario comunale in pensione dopo oltre 35 anni di servizio nei piccoli Comuni.della provincia “GRANDA”.

Le ricordo anzitutto che la figura del segretario provinciale ancora oggi è obbligatoria e necessaria per legge e la sua retribuzione di legge spettante è in linea con le retribuzioni percepite dagli attuali dirigenti provinciali ed ammonta a circa 90.000 euro lorde e non 180.000 euro come riportato nella intervista.

Mi colpisce anche la sua dichiarazione che il segretario non serva alla Provincia e poi, smentendosi nello stesso momento in cui lo sostiene, dichiara che, addirittura, per gestire l’ente “Provincia” utilizza due ex Segretari Comunali (Pietro Pandiani, ex segretario della città di Cuneo e Benedetto Buscaino, ex segretario della Provincia di Cuneo) i quali, bontà loro, supportano la sua persona di Presidente nella direzione generale della Provincia gratuitamente e a proposito dei quali dichiara che sono «pezzi da novanta».

Dimostra, a questo punto caro Presidente, che le competenze e le professionalità dei Segretari sono indispensabili per gli enti locali, anche se il Governo, con un provvedimento ingiustificato e privo di ogni e qualsivoglia tipo di motivazione, vuole abolire la figura del Segretario Comunale e Provinciale per sostituirla, come pare anche Lei vorrebbe fare, con un dirigente interno, ma occorre che Lei sappia che, uso un paragone calcistico, non tutti i calciatori professionisti seppur bravissimi possono fare gli allenatori, persino Messi per fare l’allenatore deve superare una serie di corso specifici.

Oggi la disciplina dell’accesso alla carriera di Segretario prevede un concorso pubblico, bandito a livello nazionale: un test di preselezione, tre prove scritte, una prova orale, un corso concorso di 16 settimane, poi ulteriori due prove, per avere al termine, l’iscrizione all’albo.

Non meno complessa è la progressione in carriera: per poter accedere alle sedi di segreteria dei comuni più grandi sono previsti altri due corsi di specializzazione con esami finali: lo SPES per accedere alle sedi con più di 3000 abitanti ed il SEFA per accedere a quelli di oltre 65.000 abitanti. Entrambi i corsi si svolgono con attività formativa distribuita nell’arco di diversi mesi e si concludono con due esami finali, uno scritto ed un orale.

Occorre che Lei rifletta che questo “cursus honorum” altamente meritocratico non è avvenuto per la pur preparata dirigenza di cui auspica la sostituzione del segretario provinciale.

Abolire la figura dei Segretari Comunali significa andare esattamente nella direzione opposta alla riforma della Pubblica Amministrazione c.d. “rivoluzionaria”: con la quale il Governo dichiara di voler valorizzare il merito, la capacità, la competenza della dirigenza. Il Segretario Comunale è una figura qualificata e con maggiore estensione di competenza tra quelle attualmente presenti nell’ordinamento pubblico.

L’A.N.P.C.I. (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani), che rappresenta 5629 Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, in un documento presentato in Senato, ha affermato: “Quale può essere l’impatto positivo, innovativo, rivoluzionario dell’abolizione del Segretario Comunale è difficile da comprendere. Per noi i Segretari Comunali sono una risorsa insostituibile”.

Concludo con un interrogativo che Le pongo al quale dovrà rispondere a sè stesso: chiedendo l’abolizione anticipata della figura del Segretario provinciale perché una parte del parlamento ha già approvato tale norma, non dovrebbe, conseguentemente, secondo il suo percorso logico, portarLa a chiedere anche la chiusura anticipata della Provincia dato che anche un ramo del parlamento ha già approvato la modifica costituzionale che abolisce tout court le province?

Questa risposta, ribadisco, la deve dare a sé stesso perché io, nel porLe l’interrogativo, l’ho già dato a me stesso grazie alle sue dichiarazioni contradditorie dell’intervista rilasciata al quotidiano “LA STAMPA”.

Grazie per l’attenzione

Il Sindaco e Segretario comunale in pensione

Dr. Domenico Amorisco

 

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