03/03/2022 – Responsabilità erariale dei comuni per scioperi delle aziende appaltatrici dovuti a ritardi nei pagamenti: un pannicello caldo.

Lo si sostiene da anni: nonostante la narrazione racconti in generale della bravura e lungimiranza dei sindaci, la realtà conferma, invece, una diffusa cattiva amministrazione, sotto molti punti di vista.

Se ne accorge anche la stampa generalista, all’indomani dell’Atto di indirizzo del Procuratore Generale della Corte dei conti, d’intesa con la Commissione di garanzia per gli scioperi, secondo il quale è necessario valutare eventuali danni erariali derivanti da scioperi dei lavoratori di aziende appaltatrici di servizi pubblici, dovuti a mancati o ritardati pagamenti degli stipendi a loro volta cagionati da ritardi inaccettabili dei pagamenti da parte delle amministrazioni appaltanti.

Il comunicato stampa congiunto di Corte dei conti e Commissione evidenzia il “circolo vizioso che si ripercuote negativamente sui cittadini e sulla collettività, che ha reso necessaria la creazione di una struttura di monitoraggio in capo alla Commissione di garanzia e, in caso di segnalazione, l’intervento della Corte dei conti. Un’azione mirata a garantire, specie nel delicato momento attuale, che le risorse pubbliche siano correttamente impiegate nel rispetto di standard economici e di sostenibilità sociale“.

Il Messaggero del 24.2.2022, a sua volta, si rende conto – finalmente – non solo che gli enti locali in parte fin troppo ampia non cura adeguatamente le entrate, ma si proietta nell’erogazione di spese incontrollate e di fin troppo dubbia utilità (o fin troppo certa inutilità):

 

 

Contributi per fiere e sagre, assunzioni di dirigenti a contratto e personale in staff, assegnazione di incarichi di collaborazione, creazione di progetti, assessorati e connesse spese per competenze e funzioni non inerenti l’ordinamento locale, spese per progetti mai realizzati ed irrealizzabili, gestioni di impianti sportivi avventurose, sono all’ordine del giorno.

 

Il volume della spesa per contributi a soggetti privati assai discutibili ammonta a vari miliardi ogni anno. E’ un po’ curioso che gli enti locali alzino lai contro i tagli statali ai loro bilanci, e nel frattempo alzino le addizionali Irpef, ma non curino le entrate e disperdano risorse in spese del tutto voluttuarie.

Come sostenuto ben 10 anni fa (ma anche prima) sarebbe necessario reintrodurre la distinzione tra spese obbligatorie e facoltative, per convincere le amministrazioni locali che prima di impegnare risorse finalizzate ad obiettivi non strategici è necessario di certo acquisire le dovute entrate ed onorare gli impegni con gli appaltatori.

Finchè non si torni a questo e ai controlli preventivi di legittimità, l’unico rimedio consisterà in un non-rimedio: l’azione, cioè, sanzionatoria della Corte dei conti, che avviene ex post, a scioperi e danni agli utenti già verificati. Non il massimo dell’utilità.

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