02/01/2019 – Statuto, il sindaco vota

Il primo cittadino è a tutti gli effetti componente del consiglio comunale 

Statuto, il sindaco vota

Deve essere computato nel quorum funzionale

Deve essere annullata la deliberazione consiliare con la quale è stata approvata una modifica allo statuto dell’ente, nel caso in cui sia stato computato nel quorum funzionale, previsto dall’art. 6, comma 4, del decreto legislativo n. 267/00, anche il voto del sindaco?
 
Premesso che sulla questione l’orientamento del giudice amministrativo non è univoco (cfr. Tar Puglia sent. 1301/2004, Tar Lazio, sez. II-ter, sentenza n. 497/2011 e Tar Lombardia sentenza n. 1604/2011), l’art. 6, comma 4, del dlgs n. 267/2000 dispone che «gli statuti sono deliberati dai rispettivi consigli con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati … le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche alle modifiche statutarie».
La citata normativa prevede un «procedimento aggravato» per l’approvazione delle norme statutarie, nonché delle relative modifiche; in particolare prescrive che, in caso di mancata approvazione dei due terzi dell’assemblea, si deve ripetere la votazione entro 30 giorni e, inoltre, stabilisce che lo statuto si ritiene approvato se ottiene per due volte, in sedute successive, il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri assegnati al collegio.
L’approvazione dello statuto, pertanto, comporta – attesa la natura di atto normativo «fondamentale» sua propria (comma 2, art. 6 cit.) – che su di esso converga il più elevato numero di consensi attraverso un’ampia discussione e comparazione d’interessi da parte della maggioranza e dell’opposizione consiliare. Tale esigenza ha determinato, conseguentemente, la previsione di maggioranze speciali disponendo che i quorum, rispettivamente della prima e delle altre votazioni, siano ragguagliati ai due terzi o alla maggioranza assoluta non dei votanti, ma dei consiglieri assegnati.
Dunque, l’iter deliberativo di approvazione dello statuto e delle sue modifiche implica che in sede di prima votazione la delibera sia approvata con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati ivi compreso il sindaco, che è componente del consiglio comunale ai sensi dell’art. 37 del citato testo unico.
Infatti, nelle ipotesi in cui l’ordinamento non ha inteso computare il sindaco, o il presidente della provincia, nel quorum richiesto per la validità di una seduta, lo ha indicato espressamente usando la formula «senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia».

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